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Regionali in Puglia, il pericoloso silenzio di Emiliano: Pd al lavoro per evitare la rottura

Mentre Antonio Decaro, fresco candidato governatore, ha già avviato i lavori per il programma elettorale, il centrosinistra pugliese resta sospeso su un nodo irrisolto: il destino politico di Michele Emiliano. Il governatore uscente, escluso dalla partita regionale per consentire la candidatura dell’ex sindaco di Bari, ha subito quello che molti definiscono un vero e proprio strappo storico.

Lo strappo

Una rottura che ha interrotto di colpo vent’anni di leadership condivisa e di un rapporto personale e politico che, tra tensioni e riconciliazioni, sembrava indissolubile. Ora le distanze appaiono incolmabili. Il rischio è che questo clima di frattura si rifletta pesantemente sulla compilazione delle liste e, soprattutto, sulla campagna elettorale. Emiliano, per il momento, resta in silenzio: un silenzio che molti leggono come carico di significati e che coincide con la recente paternità, un evento privato che lo ha momentaneamente allontanato dalla scena pubblica.

Ma a tenere banco è quella frase pronunciata a Bisceglie, alla Festa dell’Unità di venerdì scorso, dopo l’annuncio della candidatura di Decaro: «Parlerò a tempo debito». Un avvertimento che lascia presagire mosse clamorose. Nel frattempo, si sono già attivati i canali della diplomazia interna.

I mediatori

Il segretario regionale del Pd, Domenico De Santis, insieme al deputato Marco Lacarra e a Francesco Boccia, sta cercando di ricucire lo strappo e riaprire il dialogo. La prova del malessere è arrivata con la lettera aperta del senatore Claudio Stefanazzi, tra i più vicini a Emiliano, che ha parlato senza mezzi termini di “patto rotto”. Per Stefanazzi, l’unità – da sempre valore fondante del centrosinistra pugliese – è stata infranta con l’esclusione del governatore e la ricomparsa in scena di Nichi Vendola. Il risultato, avverte, rischia di essere un Pd più debole, incapace di rivendicare il primato dentro la coalizione e con un Consiglio regionale frammentato.

Gli scenari

Gli scenari, a questo punto, si moltiplicano. Una parte dei parlamentari di area emilianista invoca una discussione interna negli organi dirigenti del partito per rimettere in discussione l’accordo. Alcune forze civiche vicine al governatore spingono addirittura per una sua candidatura alternativa, ipotizzando un vero e proprio “terzo polo” capace di intercettare voti in fuga dal Pd. Altri, invece, descrivono Emiliano come riflessivo e pronto a valutare con calma le contropartite politiche che erano state messe sul tavolo prima dello strappo: un assessorato di peso – lo Sviluppo economico – nella futura giunta Decaro, una candidatura blindata alle politiche del 2027, o incarichi prestigiosi in società pubbliche e private.

C’è persino chi parla di ruoli di altissimo profilo istituzionale, fino a ipotizzare una futura esperienza nella magistratura, da sempre terreno vicino all’ex pm. Ipotesi suggestive, ma ancora nebulose. Di certo, la partita è tutt’altro che chiusa: il centrosinistra pugliese dovrà sciogliere il nodo Emiliano se vorrà presentarsi compatto alla sfida con il centrodestra. Perché, senza una ricomposizione, la candidatura di Decaro rischia di nascere già indebolita, segnata da una frattura che potrebbe minare alle fondamenta il “campo largo” pugliese.

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