L’ufficialità della candidatura a presidente della Regione Puglia per il centrosinistra può aspettare. Non solo fin quando non sarà sciolto il nodo delle discese in campo come consiglieri del governatore uscente, Michele Emiliano, e del suo predecessore Nichi Vendola osteggiate dal candidato in pectore Antonio Decaro, ma anche, e soprattutto, perché così ha deciso il Nazareno, ovvero la segreteria nazionale del Pd.
Igor Taruffi, responsabile dell’organizzazione dem e fedelissimo della segretaria, Elly Schlein, dice: «c’è un quadro generale con cinque regioni – a statuto ordinario – che vanno al voto. È un turno importante, che vede coinvolti 20 milioni di italiani. Stiamo costruendo un quadro generale che tenga insieme le esigenze nazionali delle alleanze e quelle dei territori, non c’è una imposizione dall’alto in Veneto e nelle Marche abbiamo già un’alleanza di centrosinistra larga con candidati forti. Mentre è importante costruire in Campania un altrettanto accordo largo, col contributo del presidente uscente. Sono convinto e fiducioso che troveremo la soluzione migliore».
Così come in Puglia dove i pentastellati con il presidente Giuseppe Conte si son detti disponibili all’intesa «purché via sia discontinuità» con l’attuale governance. Una decisione confermata dalla leader dem: «Siamo al lavoro sulle alleanze regionali in tutte le regioni che vanno al voto per costruire alleanze più inclusive, più competitive. Con l’unico obiettivo di battere queste destre», ha detto Schlein.
Di conseguenza, la candidatura dell’eurodeputato è subordinata alla decisione dei 5Stelle, pugliesi e nazionali, che potranno dire sì all’ex sindaco di Bari così come hanno fatto i renziani con l’ex ministra Teresa Bellanova per cui «ha tutte le caratteristiche per fare bene». Oppure imporre delle condizioni che a quel punto potranno essere contestate soltanto dallo stesso Decaro.