Non si fermano le scosse nella vigilia elettorale pugliese. È atteso nelle prossime ore un colpo di scena che arriva ora da una lista civica del centrosinistra, dove una candidata – dopo aver consegnato i documenti e ottenuto l’ammissione ufficiale – sarebbe pronta a ritirarsi per sostenere il fronte opposto. Un «salto triplo» che, secondo indiscrezioni, sarebbe frutto delle pressioni del centrodestra, deciso a sottrarre consensi al candidato presidente rivale, Antonio Decaro.
Mentre nei partiti infuriano le manovre elettorali, all’interno della Regione Puglia si consuma un’altra partita: quella delle nomine e degli incarichi dirigenziali. Il governatore uscente Michele Emiliano da settimane ha avviato una sorta di “spoil system” al contrario, riorganizzando gli assetti dei dipartimenti regionali e consolidando la presenza di dirigenti di sua nomina.
La riforma più rilevante riguarda il Dipartimento Promozione della Salute, dove le sezioni passano da cinque a otto e i servizi da dieci a quattro. Una mossa che consente di azzerare i vecchi incarichi e riassegnarli, permettendo a dirigenti vicini al governatore di candidarsi a nuovi ruoli, aggirando il limite dei nove anni.
Il 7 ottobre il Dipartimento del Personale ha pubblicato l’avviso interno per assegnare le nuove direzioni, mentre un’altra delibera del 30 settembre (come già scritto n.d.r.) ha prorogato 19 incarichi fino al 2026 e altri otto fino al termine del mandato. Un vero e proprio esercito di colonnelli che presidierà gli uffici regionali ancora per anni, creando potenzialmente un terreno minato per chiunque vincerà le elezioni.
A completare il quadro, una raffica di nomine nelle Ipab, gli enti pubblici di assistenza: da Bisceglie a Fasano, passando per Margherita di Savoia e Bari, sono stati rinnovati presidenti, consiglieri e revisori dei conti. Un sottobosco amministrativo che, in piena campagna elettorale, alimenta l’impressione di una macchina regionale blindata fino all’ultimo giorno del mandato.










