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Regionali in Puglia, i comitati elettorali vuoti: utili solo come vetrina

Un capitolo importante che racconta un particolare di rilievo nella campagna elettorale per il rinnovo del governo regionale è rappresentato dai cosiddetti comitati elettorali, aperti in ogni Comune, grande o piccolo o anche piccolissimo che sia, da parte dei candidati al Consiglio regionale. I candidati presidenti, infatti, hanno solo i loro quartier generali a Bari.

E’ una consuetudine, ma quast’anno la novità è che le spese per tenerli in piedi sono assai risicate. E, soprattutto, che restano tristemente vuoti. Si punta su un locale a costi limitatissimi, visto che nella maggior parte dei casi sono offerti da amici proprietari, e ai candidati non resta, in alcuni casi, che pagare soltanto l’energia elettrica per illuminarli. Saranno le inchieste della magistratura sul voto di scambio, sarà la giaculatoria sulle campagne elettorali «pulite», ma i candidati hanno tirato i remi in barca e siamo ben lontani dalle faraoniche spese da prima Repubblica. Così come siamo ben lontani dai tempi dell’entusiasmo della «Primavera pugliese» con le sedi affollate di giovani.

Per lo più si tratta di locali commerciali sfitti, sulle vie principali della città, dove si attrezza un’illuminazione e poche sedie con qualche tavolo in plastica che funge da scrivania e soprattutto si tappezzano le pareti e le vetrine con i manifesti della candidata o del candidato che sostituiscono le classiche affissioni. Nella maggior parte dei casi, questi comitati sono aperti soltanto nel proprio Comune di residenza, mentre alcuni consiglieri uscenti e anche quanti ambiscono concretamente all’elezione, provvedono ad organizzarli anche in altri centri della propria circoscrizione. Per ogni comitato, inoltre, è prevista una cerimonia inaugurale, come quella – ad esempio – che si terrà domani , in occasione dell’apertura del comitato elettorale della consigliera uscente Rosa Barone, candidata capolista del Movimento 5Stelle per la circoscrizione di Foggia, che dimostra come anche i pentastellati abbiano capitolato ai diktat delle origini, abbinando la propaganda in rete a quella fisica.

Finita la cerimonia inaugurale, questi comitati restano quasi sempre chiusi, con le sole vetrine tappezzate dai manifesti con il volto e i simboli del candidato o, in alternativa, diventano un luogo di ritrovo, soprattutto nelle lente serate autunnali di provincia, dove amici e sodali del politico locale si ritrovano per qualche ora. Una ulteriore conferma della disaffezione e dell’estraneità del cittadino dalla politica.

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