Si tinge di giallo il «no grazie» del sindaco di Monopoli, Angelo Annese, alla candidatura nel centrodestra per la presidenza della Regione Puglia. Tutto era pronto per essere ufficializzato in questa settimana, con una data prestabilita per l’uno ottobre. Ma qualcosa, o più di qualcosa, è andato di traverso. A partire dal mancato accordo per la collocazione di Stefano Lacatena, grande elettore di Annese e consigliere delegato all’Urbanistica della giunta Emiliano, nelle liste di quella coalizione.
Contro Lacatena avrebbe remato soprattutto Fratelli d’Italia contestando agli alleati il presunto scippo di due seggi, quello di diritto per Annese ed un altro da assegnare a Lacatena considerando il suo ampio bacino elettorale. Ma c’è chi dice che sul primo cittadino di Monopoli siano piovute anche altre pressioni da diversi ambienti politici, anche di centrosinistra.
Intanto, ieri, è arrivato il responso del voto nelle Marche, l’ultima dead line preannunciata dal centrodestra pugliese prima dell’annuncio del candidato. Com’era stato ampiamente pronosticato Francesco Acquaroli, centrodestra di Fratelli d’Italia, è stato rieletto presidente delle Marche con il 51% battendo così il rivale, l’ex sindaco di Pesaro, l’europarlamentare del Pd, Matteo Ricci, sostenuto dal centrosinistra insieme al M5S, che invece si è fermato sopra il 45% con un affluenza crollata al 50,01%. In pratica ha votato un elettore su due, in calo di quasi 10 punti (9,7%) rispetto alle elezioni del 2020, quando fu del 59,7%.
Che rilevanza potrà avere un test così scontato sulle scelte dei candidati resta un mistero. Di certo, il centrodestra è agli sgoccioli, non può più rimandare le scelte e deve quadrare il cerchio su Puglia, Campania e Veneto. La Puglia, secondo le ultime griglie, dovrebbe spettare a Forza Italia. Nei mesi scorsi è stata avanzata l’ipotesi del segretario regionale, senatore Mauro D’Attis, che avrebbe fatto un passo indietro dopo che il numero uno del partito, Antonio Tajani, ha sollecitato la scelta di un profilo civico. Sull’altro fronte, quello dei meloniani, c’è la disponibilità del sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato. Considerando la partita ormai quasi persa, dalle fila del centrodestra si fanno i conti sulle liste, considerando che un candidato di partito trainerebbe il voto aumentando il numero degli eletti per la propria sigla partitica.