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Regionali in Puglia, il segretario Pd De Santis: «Campo largo? Dobbiamo essere unitari» – L’INTERVISTA

«Abbiamo colmato un deficit di democrazia»: Domenico De Santis, segretario regionale del Partito democratico, non nasconde la soddisfazione per l’approvazione della norma sulla doppia preferenza di genere. E, pure non comprendendo la posizione espressa dal Movimento Cinque Stelle, ribadisce la necessità di un’alleanza con quest’ultimo in vista delle prossime regionali.

Segretario, la norma sulla doppia preferenza di genere è stata finalmente approvata…

«Eravamo rimasti una delle poche regioni italiane senza doppia preferenza, la questione è politica. Non comprendo il M5S che ha votato contro una legge identica a quella che Conte fece utilizzando il potere sostitutivo. Anche noi avremmo voluto l’esclusione delle liste che non rispettano le quote del 60 e 40%, ma non c’erano i numeri per una maggioranza e avremmo affossato l’intera legge. Noi faremo liste equamente divise tra donne e uomini e proveremo a eleggere il maggior numero di donne nel prossimo Consiglio regionale. Sul resto ragioneremo in maggioranza e dopo con le opposizioni».

Amati ha presentato un ddl per abrogare la norma “anti-sindaci”: come giudica l’iniziativa?

«Amati ha fatto una fuga in avanti senza rispettare il volere del suo gruppo consiliare, Azione, rischiando di compromettere l’approvazione della doppia preferenza. Il Pd non votò la norma “anti-sindaci” durante il bilancio e da mesi è pronto ad abrogarla. Solo Fratelli d’Italia si è detta disponibile, aspettiamo gli altri. È utile che non sia la Consulta a decidere, ma la politica».

Intanto Turco, vicepresidente del M5S, sembra allontanare il campo largo. A Taranto Pd e M5s andranno divisi, accadrà la stessa cosa alle regionali?

«Noi siamo testardamente unitari, abbiamo provato anche a Taranto e siamo ancora disponibili: la nostra gente ci chiede unità. Andare divisi alle politiche ha consegnato la vittoria alla Meloni. Dobbiamo coltivare le ragioni dello stare insieme sul programma. Stiamo svolgendo la conferenza programmatica per definire il nostro progetto di Puglia 2030: oltre 110 forum in tutta la Puglia, decine di migliaia di persone coinvolte, un processo partecipativo per costruire idee e progetti per il futuro».

Sempre il M5s chiede discontinuità rispetto all’era Emiliano: giudizio ingeneroso o qualcosa effettivamente non ha funzionato?

«Ragioniamo sui risultati. L’Istat fotografa un dato straordinario, in dieci anni siamo passati dal 13,9% di disoccupazione al 9,3%, oltre 200mila occupati in più. Il Pil è passato da 70 a 84,5 miliardi. Per far salire i salari siamo stati i primi ad approvare la legge sul salario minimo, impugnata dal governo Meloni. Abbiamo approvato la legge sullo psicologo di base, sull’infermiere di base, abbiamo assunto 14mila dipendenti in più nella sanità in dieci anni, abbiamo scalato la classifica dei Lea, siamo i primi a rendere effettiva la riforma sanitaria Conte-Speranza. Siamo l’unica Regione a realizzare lo screening del genoma per diagnosticare e curare i neonati. Abbiamo approvato la prima legge regionale contro l’omotransfobia. Abbiamo sanato le 54 infrazioni europee per versamenti con la costruzione degli impianti di depurazione e il riutilizzo delle acque. L’autonomia differenziata sostenuta dalla Lega è stata bloccata grazie al ricorso della Puglia. Vorrei confrontarmi su questo, sul programma realizzato. Rispetto a queste azioni di cambiamento non vogliamo discontinuità e questi risultati sono stati centrati dall’amministrazione Emiliano».

Si riaccende la polemica su trasformisti e “impresentabili”: che cosa farà il Pd per garantire liste “pulite”?

«Abbiamo allontanato chi non è in sintonia con il nostro codice etico e con i valori del nostro popolo. Saremo inflessibili sulle candidature. Stiamo costruendo liste molto forti, aperte alla società civile e alle donne, radicate sul territorio, soprattutto stiamo investendo sui giovani. Stiamo costruendo una nuova classe dirigente, abbiamo tanti giovani sindaci e amministratori, li stiamo formando nella nostra scuola di formazione. Loro saranno i protagonisti delle regionali. Abbiamo il dovere di spalancare le porte non al ceto politico ma alla società italiana, a forze nuove e fresche, a chi crede in un mondo diverso, a chi vuole combattere le disparità, a chi pensa che attraverso l’impegno politico si possa cambiare la vita dei cittadini».

Quali saranno le priorità della prossima amministrazione?

«Dobbiamo consolidare la crescita economica e l’occupazione puntando sull’aumento dei salari. Va disegnato il futuro dell’industria a partire dall’automotive. Va rafforzata la cooperazione tra le università pubbliche e il tessuto imprenditoriale, continuare il cambiamento nella sanità e completare la chiusura del ciclo dei rifiuti. Dobbiamo far tornare i pugliesi qui a vivere e lavorare. Dobbiamo aprire le porte delle nostre università, dei centri di ricerca e delle imprese ai giovani stranieri in cerca di un luogo dove lavorare e vivere bene».

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