«Nel centrodestra manca qualsiasi confronto sul nome del candidato presidente della Regione. E non esiste nemmeno un programma comune. E questo metodo non porterà alcun beneficio all’elettorato moderato che in Puglia, comunque, resta maggioritario»: Gianfranco Chiarelli, ex parlamentare e oggi commissario regionale dell’Udc, non risparmia critiche agli alleati. A pochi mesi dalla probabile data delle regionali, infatti, Fratelli d’Italia, Forza Italia, Lega e Noi Moderati non hanno ancora individuato il candidato da contrapporre ad Antonio Decaro, ex sindaco di Bari e attuale eurodeputato del Pd che al 99% rappresenterà il centrosinistra nella corsa al vertice di Lungomare Nazario Sauro.
Onorevole, l’Udc sarà presente alle prossime regionali?
«Certo, l’Udc sarà presente col proprio simbolo in tutte le province pugliesi. Stiamo lavorando in questa direzione».
Intanto il centrodestra, coalizione nella quale l’Udc si inquadra, non ha ancora un candidato presidente: avete fatto qualche nome?
«Il problema è quello. Finora nel centrodestra è mancato qualsiasi confronto sulla scelta del candidato presidente. Non è mai stato convocato nemmeno un tavolo di coalizione. E la stessa cosa succede a Taranto dove, a un mese dalla scadenza del termine per il deposito delle liste, nessuno ci ha ancora convocato per discutere di candidature e programmi. Ormai decidono tutto pochi esponenti di altri partiti. Ed è proprio questo metodo che noi contestiamo».
Quali potrebbero essere le conseguenze, dal vostro punto di vista?
«Questo metodo – anzi, questo “non metodo” – non porterà alcun beneficio alla coalizione e, ovviamente, all’elettorato moderato che in Puglia rappresenta pur sempre la maggioranza. Forse qualcuno si è abituato a perdere le sfide col centrosinistra, ma dovrebbe ricordare che la maggioranza dei pugliesi è e resta moderata».
I sondaggi non sembrano premiare il centrodestra…
«Ma questa non è una motivazione valida per azzerare qualsiasi forma di confronto su candidature e programmi. Certo, non è facile individuare il nome dell’antagonista di Antonio Decaro che è un candidato oggettivamente ostico. Ma le partite vanno giocate fino in fondo, altrimenti non solo si viene sconfitti ma si finisce anche per allontanare ulteriormente le persone dalle urne. Poi non meravigliamoci dell’astensionismo».
Circolano diversi nomi di potenziali candidati governatori: nessuno vi soddisfa?
«È inconcepibile che l’Udc debba apprendere quei nomi dai giornali e non nell’ambito di un sereno confronto con gli alleati. Si può ragionare su qualsiasi nome, ma ripeto: serve il confronto tra tutti i membri della coalizione».
Secondo lei il candidato dev’essere politico o civico?
«Non esprimo desideri o preferenze. Può trattarsi di un barese come di un esponente originario di un’altra provincia, di un politico di lungo corso o di un imprenditore… l’importante è che il nome sia discusso e concordato tra gli alleati».
Vale anche per Taranto?
«Certo. A Taranto non vorrei che fosse già stato scelto qualcuno vicino a “poteri condizionanti”. Perché, se così fosse, il centrodestra finirebbe per perdere come nelle elezioni del 2022, con un distacco 70-30. E questo va assolutamente evitato».