«Negli anni il distretto ha mostrato segnali di resilienza: tra il 2014 e il 2021, l’occupazione è cresciuta del +3,1%, percentuale superiore alla media nazionale (+1,1% ndr), con un tasso di occupazione del 37,2% nei sette comuni del distretto. Tuttavia, persistono criticità strutturali: divario di genere, bassa digitalizzazione, fragilità delle reti di impresa, che dobbiamo colmare». Ad affermarlo è il candidato dei progressisti alla presidenza della Regione Puglia, Antonio Decaro, che nel pomeriggio ha visitato le aziende del settore calzaturiero a Casarano, in provincia di Lecce.
«Il comparto calzaturiero – ha aggiunto – costituisce uno dei segmenti tradizionali della manifattura pugliese, con forte concentrazione nelle aree del basso Salento, in particolare nel polo di Tricase/Casarano, con un fatturato che copre circa il 9% del fatturato dell’intero settore manifatturiero regionale. Nei prossimi cinque anni – ha garantito Decaro – ci impegniamo a definire una strategia integrata di sviluppo per il distretto calzaturiero del Salento, articolata in cinque assi operativi: innovazione e sostenibilità, formazione e competenze, reti di impresa e governance locale, sostegno finanziario e strumenti pubblici, creazione e valorizzazione di un brand territoriale sostenuto da azioni di marketing integrato. Dobbiamo incentivare l’adozione di nuove tecnologie, rafforzare la collaborazione con università, Its e centri di design per creare un polo formativo-tecnologico dedicato al Made in Italy calzaturiero».
È fondamentale, ha sottolineato il candidato del centrosinistra, «trasferire conoscenze intergenerazionali e aggiornare le competenze dei lavoratori su innovazione, marketing e sostenibilità» migliorando «l’accesso alle misure di sostegno regionali, semplificando la burocrazia e orientandole alle Pmi, favorendo la presenza sui mercati esteri attraverso piattaforme digitali, fiere internazionali, promuovendo il valore del Made in Salento e della manifattura responsabile». Per Decaro «l’obiettivo deve essere quello di trasformare un’eredità manifatturiera storica in un modello moderno di filiera sostenibile e connessa».













