La Puglia consegna al centrosinistra una delle vittorie più nette della sua storia politica recente. Antonio Decaro è il nuovo governatore con un risultato schiacciante: 64% contro il 36% del candidato di centrodestra Luigi Lobuono.
Quasi il doppio dei consensi, un margine mai registrato prima nelle consultazioni regionali. Eppure, dietro la portata del successo, resta un dato che pesa: la partecipazione crolla di 14 punti rispetto al 2020, quasi mezzo milione di pugliesi in meno alle urne. Un’ombra che nemmeno la valanga di voti per l’ex sindaco di Bari riesce a cancellare. Il verdetto arriva nel tardo pomeriggio, quando Decaro lascia la sua casa di Torre a Mare e raggiunge il comitato elettorale di via Melo, gremito da sostenitori e dirigenti di coalizione.
La prima a presentarsi è la segretaria del Pd, Elly Schlein, reduce dalla tappa di Napoli e determinata a rivendicare il risultato nazionale: «La vera sconfitta di oggi è Giorgia Meloni – attacca – battuta in Campania, in Puglia e persino in Veneto, dove speravano di superare la Lega e non è accaduto».
Per Schlein, il voto pugliese porta con sé un messaggio politico preciso: «Il riscatto parte dal Sud. Questo governo è il più anti-meridionalista di sempre. Hanno voluto l’autonomia differenziata e i cittadini di Puglia e Campania hanno risposto in modo netto a una riforma che avrebbe aggravato diseguaglianze già pesantissime». Accanto a lei, Decaro sorride, ringrazia e incassa: «Il Pd in Puglia è la prima forza con il 26%, dieci punti davanti al partito della premier», rimarca ancora la segretaria. L’abbraccio politico è totale. «Parlerai per cinque anni da presidente di questa regione – dice Schlein – e noi siamo orgogliosi del risultato». Poi, un cenno a Michele Emiliano: «Spero di rivederlo presto, il suo lavoro è parte di questa vittoria».
Dal palco improvvisato del comitato arrivano anche le prime parole di Decaro, che conferma di aver ricevuto le telefonate di Conte, Fratoianni e dei referenti delle liste: «All’inizio mi tremavano le gambe – ammette – ma mi hanno convinto a candidarmi. Ora sento tutto il peso di questo risultato». L’ex sindaco ribadisce la sua idea di governo: «La politica non si fa nei palazzi, ma tra la gente. Dobbiamo ridurre le liste d’attesa, aiutare le giovani coppie a comprare casa, portare l’acqua dove non c’è. Abbiamo dimostrato che si può fare politica senza urlare». E aggiunge: «Da domani devo meritarmi la fiducia di chi mi ha votato e recuperare quella degli astenuti. Se i cittadini non si interessano alla politica, è perché la politica non si interessa a loro».
C’è spazio anche per un momento personale, quasi intimo, quando Decaro dedica la vittoria alla figlia più piccola: «Quando ero indeciso, mi ha detto: “Papà, anche quando dovevi candidarti sindaco avevi paura, poi hai scoperto che era il lavoro più bello del mondo. Vedrai che anche questo lo sarà”». Sul futuro nazionale, il neopresidente è netto: «Il Pd ha già un segretario, che si chiama Elly Schlein. Io sarò il presidente dei pugliesi». È così che si apre la dodicesima legislatura regionale, la quinta consecutiva guidata dal centrosinistra.
Una vittoria larga, politica, simbolica. Macchiata soltanto da un’astensione che continua a scavare un fossato tra cittadini e istituzioni. E che sarà il primo, vero banco di prova per il nuovo governatore della Puglia.