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Referendum, ecco cosa prevedono i cinque quesiti su lavoro e cittadinanza

Domenica 8 e lunedì 9 giugno, urne aperte per esprimersi su cinque referendum abrogativi che toccano temi centrali della vita civile e lavorativa del Paese. Le operazioni di voto si svolgeranno domenica dalle 7 alle 23 e lunedì dalle 7 alle 15. Anche gli italiani residenti all’estero potranno esprimere il loro voto per corrispondenza. Per…
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Domenica 8 e lunedì 9 giugno, urne aperte per esprimersi su cinque referendum abrogativi che toccano temi centrali della vita civile e lavorativa del Paese. Le operazioni di voto si svolgeranno domenica dalle 7 alle 23 e lunedì dalle 7 alle 15. Anche gli italiani residenti all’estero potranno esprimere il loro voto per corrispondenza.

Per accedere alle urne saranno necessari un documento d’identità in corso di validità e la tessera elettorale. Gli elettori riceveranno cinque schede, una per ciascun quesito, ognuna di colore diverso per facilitare la distinzione. Su ciascuna scheda sarà possibile votare “Sì”, per abrogare la norma oggetto del quesito, oppure “No” per mantenerla.

I 5 quesiti

I cinque referendum si propongono di intervenire su ambiti chiave del vivere civile. Il primo riguarda i licenziamenti ingiustificati. In particolare, si propone di abrogare la norma introdotta dal Jobs Act che ha limitato il diritto al reintegro nel posto di lavoro, sostituendolo con un risarcimento economico. Chi vota “Sì” chiede, dunque, di tornare alla possibilità per il lavoratore di essere reintegrato in azienda in caso di licenziamento senza giusta causa. Il secondo quesito si concentra sulle tutele nelle piccole imprese, quelle con meno di 15 dipendenti.

Oggi la legge prevede per queste realtà un tetto massimo all’indennizzo in caso di licenziamento illegittimo. L’obiettivo del referendum è eliminare quel limite e restituire piena discrezionalità ai giudici nella determinazione del risarcimento, colmando così una disparità di trattamento tra lavoratori. Anche il terzo quesito, che affronta il tema dei contratti a termine, si colloca nel solco di una battaglia contro la precarietà. Attualmente, i datori di lavoro possono stipulare contratti a tempo determinato anche senza indicare una causale precisa.

Il referendum propone di abrogare questa possibilità, imponendo che ogni contratto non a tempo indeterminato debba essere giustificato da una motivazione specifica. Il quarto quesito punta a rafforzare la sicurezza sul lavoro nei casi di appalti e subappalti. Le norme oggi in vigore tendono ad attenuare la responsabilità del committente in caso di infortuni. Il referendum mira a reintrodurre la responsabilità solidale, rendendo il committente corresponsabile per eventuali violazioni delle norme di sicurezza da parte degli appaltatori. Infine, l’unico quesito non legato al lavoro riguarda la cittadinanza.

Attualmente, infatti, per un cittadino straniero non appartenente all’Unione Europea è necessario risiedere legalmente in Italia per almeno dieci anni prima di poter fare richiesta della cittadinanza italiana. Il referendum propone di ridurre questo periodo a cinque anni. Il voto sarà valido solo se parteciperà almeno il 50% + 1 degli aventi diritto.

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