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Reddito e tasse, il Sud frenato dalla politica assistenzialista e i bonus non aiutano

Anni di politica di sviluppo o presunta tale non sono bastati a rimarginare il divario tra nord e sud. Il meridione ha un sistema welfare fragile. Paga meno tasse. Ha redditi pro-capite decisamente inferiori rispetto al Settentrione. Ha una percentuale decisamente più alta di persone senza reddito che quindi vivono a spese di qualcun altro.…

Anni di politica di sviluppo o presunta tale non sono bastati a rimarginare il divario tra nord e sud. Il meridione ha un sistema welfare fragile. Paga meno tasse. Ha redditi pro-capite decisamente inferiori rispetto al Settentrione. Ha una percentuale decisamente più alta di persone senza reddito che quindi vivono a spese di qualcun altro.

A dirlo è il report dell’XI Osservatorio della spesa pubblica e sulle entrate del 2024. Il rapporto è curato dal centro studi e ricerche Itinerari Previdenziali e analizza le dichiarazioni dei redditi degli italiani. Lo scopo principale è capire, numeri alla mano, se le entrate da fiscalità generale sono sufficienti a finanziare il welfare relativo al costo della sanità e dell’assistenza sociale a carico dello Stato.

I numeri

Partendo dall’Irpef il totale dei redditi prodotti nel 2022 e dichiarati tramite i modelli 770, Unico e 730, considerando anche i 19,89 miliardi dei redditi relativi agli affitti immobiliari soggetti a cedolare secca, ammonta a 970 miliardi di euro, con una crescita annuale di circa il 6,3%, inferiore a quella registrata dal PIL nominale (+7,7%). Ad una analisi più attenta, la distribuzione del versamento Irpef relativo ai redditi 2022, per il Nord ammonta a 108,3 miliardi (100,6 nel 2021), pari al 57,22% dell’Irpef totale (57,43% nel 2021); il Centro Italia ha versamenti pari a 41,3 miliardi (38,2 nel 2021), contribuisce per il 21,80% (21,83% nel 2021), e il Sud con 39,7 miliardi (36,3 nel 2021) contribuisce per il 20,97% (20,74% nel 2021).

La Lombardia e il Sud

Se poi entriamo nel dettaglio e poniamo la lente di ingrandimento su ogni singola regione, si scopre che solo la Lombardia con i suoi circa dieci milioni di abitanti, versa 43,4 miliardi (40,3 nel 2021), un importo maggiore rispetto ai 39,7 miliardi (36,3 del 2021) dell’intero Sud che ha più del doppio degli abitanti (19,9 milioni) ma anche dei 41,3 miliardi (38,2 del 2021) del Centro che conta 11,7 milioni di abitanti.

Va aggiunto che tutti coloro che dichiarano reddito non è detto che versino, dipende insomma da quanto sia appunto il loro reddito e anche qui il divario tra le due Italia è macroscopico: al Nord i contribuenti sono il 76,47% della popolazione (75,10% nel 2021) mentre quelli che versano almeno 1 euro sono il 61,78% (60,1% nel 2021); diversa la situazione al Centro i contribuenti sono il 72,79% (71,48% nel 2021) della popolazione, ma solo il 56,64% (54,69% nel 2021) versa l’Irpef; al Sud la quota di contribuenti è pari al 63% (62,25% nel 2021), ma solo il 44,23% (42,19% nel 2021) della popolazione dichiara un reddito positivo e quindi di conseguenza paga le tasse, per dirlo in parole semplici.

Il reddito pro-capite

Il pro-capite per abitante vede in testa la Lombardia con 4.362, seguita dalla Provincia autonoma di Bolzano con 4.259 euro e dall’Emilia-Romagna con 3.937 euro; le quote più basse si trovano in Calabria con 1.739 euro per abitante. Se tutto questo viene rapportato alla spesa sanitaria che, come media pro-capite si aggira sui 2.221 euro ed è nettamente superiore all’Irpef pro-capite versato nel Mezzogiorno (1.992 euro), significa che il Sud è in parte a carico del Nord. ù

Tutto questo dimostra sia che la politica assistenzialista e anche quella ultima del moltiplicarsi dei bonus non ha cambiato faccia al Sud e serve a poco, se non ad aumentare il sommerso, perché per avere una o più particolari agevolazione si arriva anche a non dichiarare o comunque a dichiarare un reddito inferiore. Ecco, tra le altre cose, le grandi contraddizioni del sistema finanziario messe in evidenza dal report. Se si vuole che il Sud non arranchi serve lo sviluppo.

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