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Puglia tra le peggiori in Italia per evasione: “infedele” al fisco il 18% dei contribuenti

Con un tasso di evasione fiscale pari al 18,7%, la Puglia si colloca tra le regioni italiane meno fedeli al fisco. Un dato preoccupante, soprattutto se confrontato con la media nazionale del 12,5%. Lascia poco spazio a dubbi l’ultimo report elaborato dalla Cgia: sulla base degli ultimi dati diffusi dal Ministero dell’Economia e delle Finanze,…
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Con un tasso di evasione fiscale pari al 18,7%, la Puglia si colloca tra le regioni italiane meno fedeli al fisco. Un dato preoccupante, soprattutto se confrontato con la media nazionale del 12,5%. Lascia poco spazio a dubbi l’ultimo report elaborato dalla Cgia: sulla base degli ultimi dati diffusi dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, la Puglia è la terza regione italiana con il tasso di evasione più alto, preceduta solo da Calabria (20,4%) e Campania (19,1%). Al quarto posto c’è la Sicilia con il 18,3%. Si tratta di una classifica che mostra in modo evidente una frattura geografica: le regioni del Mezzogiorno sono ai vertici per evasione fiscale percentuale, mentre il Nord guida le classifiche in valore assoluto.

Lo scenario

Infatti, se si guarda al totale del gettito evaso, la Lombardia svetta con 13,6 miliardi di euro, seguita dal Lazio con 9,2 e dalla Campania con 7,7. Tuttavia, considerando la densità demografica e la capacità contributiva regionale, la proporzione cambia completamente. La Lombardia, ad esempio, ha quasi 10 milioni di abitanti e un’economia strutturata, mentre la Puglia, con meno della metà degli abitanti e un tessuto produttivo molto più fragile, risente in modo ben più grave degli squilibri fiscali. Nel frattempo, l’Italia è alle prese con il primo grande “ingorgo fiscale” dell’anno. Entro il 17 giugno, i contribuenti saranno chiamati a versare all’erario ben 42,3 miliardi di euro.

Di questi, circa 34 miliardi graveranno direttamente sulle imprese. Solo tra Iva (13,2 miliardi) e ritenute Irpef (14,4 miliardi), si tratta di uscite che, seppur formalmente partite di giro, incidono pesantemente sulla liquidità aziendale. Per molte realtà pugliesi, composte da micro e piccole imprese spesso senza accesso agevole al credito, questa scadenza rappresenta un vero e proprio ostacolo alla sopravvivenza. La carenza strutturale di liquidità e la fragilità economica di molti settori produttivi regionali amplificano l’effetto di ogni pagamento. Non sorprende, dunque, che il mese di giugno sia stato segnato in rosso da molti imprenditori locali.

Gli evasori

Non tutta l’evasione ha la stessa origine. In Puglia, come in gran parte del Sud, si registra una fascia grigia composta da soggetti economici che si trovano a cavallo tra legalità e necessità. Molti piccoli imprenditori non evadono per arricchirsi, ma per continuare a operare in un contesto che spesso li penalizza. Tra tasse, contributi, burocrazia e ritardi nei pagamenti (soprattutto da parte della pubblica amministrazione), il rispetto rigoroso delle regole fiscali rischia talvolta di coincidere con la chiusura dell’attività. Questo non significa giustificare l’evasione, ma comprenderne le radici.

La soluzione, come indicato dallo stesso MEF, non può che passare da un fisco più efficiente, in grado di usare in modo mirato i dati a disposizione per colpire chi evade sistematicamente e favorire invece chi vuole rispettare le regole.

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