Alla contrazione dei redditi dovrebbe corrispondere una diminuzione dei consumi non essenziali. Da quanto sembra, invece, sempre più persone non intendono sacrificare i propri bisogni voluttuari». Cristian Marchello, alla guida in Puglia del Codacons, lancia l’allarme sulle mutate abitudini dei pugliesi rispetto agli acquisti. Secondo la sua analisi, c’è poco da essere sereni rispetto alla ripresa in atto dei consumi che, seppure misurata, si sta registrando in questi giorni.
Presidente, non è il Natale della ripresa dei consumi?
«La dinamica dei prezzi non è affatto soddisfacente. Ci sono degli elementi che potremmo definire positivi come il calo delle bollette per acqua, luce e gas e la lieve diminuzione del costo dei carburanti. Completamente diverso è invece il discorso per quanto riguarda i prodotti alimentari che, in linea generale, rimangono ai livelli dello scorso anno».
Non è un elemento positivo?
«Affatto. L’anno passato infatti c’era stato un forte rincaro dei beni alimentari dovuto essenzialmente all’aumento del prezzo dell’energia e delle materie prime. Questi fattori almeno in parte sono stati riassorbiti, per cui per quest’anno ci si aspettava una diminuzione che invece non c’è stata».
Quali altri rincari non sono rientrati?
«Si attestano su livelli ancora decisamente troppo alti anche i prezzi per il trasporto aereo sia in Italia che verso l’Europa. Lo stesso vale per il trasporto ferroviario e per il settore turistico».
Le famiglie, però, hanno ripreso a spendere.
«Secondo alcune stime, quest’anno per le festività natalizie le famiglie spenderanno circa otto miliardi di euro, segnando un incremento dei consumi importante rispetto all’anno passato. Qualcuno considera questa crescita indicativa di una situazione di benessere e un segno tangibile della ripresa economica. Personalmente credo che sarebbe miope non osservare che alla crescita dei consumi corrisponde un incremento preoccupante dei livelli di indebitamento delle famiglie anche per consumi voluttuari».
Un dato che riguarda anche la Puglia?
«Gli ultimi dati diffusi dalla Banca d’Italia indicano una riduzione dei mutui per l’acquisto della casa ma un’espansione importante del credito al consumo, cioè somme destinate all’acquisto di beni e servizi alla persona. Questo significa che sempre più spesso le famiglie fanno dei prestiti e si indebitano ad esempio per andare in vacanza o per acquistare elettronica di consumo».
Chi ci sta perdendo di più?
«C’è un intero ceto che partiva da una situazione economica sufficientemente sicura ma che è stato man mano impoverito dalla crisi post Covid, dall’impennata dei prezzi. In linea di principio, alla contrazione dei redditi dovrebbe corrispondere una diminuzione dei consumi non essenziali, è questo il comportamento che ci si aspetterebbe da un consumatore attento. Purtroppo non sempre è così perché, da quanto sembra, sempre più persone non intendono sacrificare i propri bisogni voluttuari. Per cui da un lato si attinge in maniera anche pesante al risparmio familiare, dall’altro si ricorre ai prestiti non più per l’acquisto di beni importanti come accadeva in precedenza, ma anche per l’acquisto di beni non necessari. Questo disequilibrio tra risorse e strategie di spesa deve essere un elemento di massima preoccupazione perché e ciò che produce situazioni di sovraindebitamento e quindi una spirale di debito da cui diventa molto difficile uscirne».
Questo è il Natale anche della consacrazione definitiva dell’ecommerce?
«Questa tendenza da un lato riflette le mutate abitudini di acquisto del consumatore che predilige sempre di più gli acquisti sulle grandi piattaforme on-line a discapito dei tradizionali negozi fisici. Dall’altro evidenzia come la congiuntura sfavorevole costringa i consumatori alla costante ricerca di sconti e prezzi bassi, e dunque internet è uno strumento prezioso per raffrontare le varie offerte di mercato e cercare di risparmiare qualcosa».
In conclusione, che feste saranno per i consumatori pugliesi?
«Sarà un Natale in chiaroscuro e che ci dimostra ancora una volta come solo un consumatore consapevole, informato ed attento possa effettuare scelte d’acquisto convenienti. Ciò che però mi preme evidenziare è che i segnali di progressivo impoverimento del ceto medio, impongono a chi ha responsabilità di governo una attenta valutazione della situazione ed una pronta risposta per contrastare questo pericoloso fenomeno».