Antonio Tajani, segretario nazionale di Forza Italia, lo dice chiaramente, rispondendo a una domanda specifica: «sui candidati presidenti per le prossime elezioni regionali non siamo in ritardo, stiamo lavorando. Adesso siamo impegnati per vincere nelle Marche e dobbiamo vincere anche in Val d’Aosta, anche se c’è un sistema proporzionale puro, dobbiamo vincere in Calabria e poi troveremo, come al solito, un candidato unitario sia in Veneto, sia in Campania, sia in Puglia. Non è una questione di un giorno prima, un giorno dopo».
Quindi, Mauro D’Attis e Marcello Gemmato, rispettivamente coordinatori regionali dei berluscones e di Fratelli d’Italia, gli unici due ad aver dato la disponibilità a guidare la coalizione, dovranno aspettare almeno fino al 6 ottobre, giorno in cui si sapranno i risultati delle elezioni regionali calabresi.
Solo allora, infatti, se le parole di Tajani corrispondono al vero, la coalizione di centrodestra provvederà a indicare i leader per le altre tre regioni chiamate al voto entro il 23 novembre. Questo, mentre il centrosinistra, dopo le incertezze sulle richieste di Antonio Decaro, con la decisione dell’europarlamentare di correre come presidente, è già a pieno regime e la discussione si è spostata sulle liste per i consiglieri regionali e sul programma.
Le parole di Tajani, invece, gelano proprio quanti hanno in animo di candidarsi come consigliere. In particolare nella Lega che in mattinata aveva vissuto momenti di ottimismo con le parole di Matteo Salvini e Luca Zaia. «Sì, quando Salvini ha detto che troveremo i candidati ovunque il prima possibile ci è sembrato che l’accordo fosse imminente e che già in settimana si sarebbe svolto un vertice tra i leader nazionali», confida un esponente del Carroccio impegnato in campagna elettorale.
Anche Luca Zaia, il governatore del Veneto, aveva fatto ipotizzare che la discussione fosse a buon punto. Infatti, parlando sulle regionali nel nordest ha ricordato che «c’è un tavolo nazionale da cui uscirà il candidato». Tuttavia, Tajani in serata ha gelato tutti. Ci vorrà quindi ancora quasi un mese per scoprire chi alla fine sarà il candidato del centrodestra in Puglia. Anche se, proprio l’ennesimo rinvio annunciato dal vicepremier e leader azzurro sembra mettere una pietra tombale alle residue ipotesi che a guidare la coalizione possa essere un esponente fuori dalle nomenclature dei partiti politici. Di conseguenza, l’unica incertezza resta sui nomi di D’Attis e di Gemmato. Anche perché sempre Zaia, oltre che Salvini ovviamente, ancora nelle ultime ore non sembrano voler mollare l’osso del Veneto, indicando loro il candidato.
A partire dal vicesegretario nazionale Alberto Stefani, lanciato da Salvini, su cui anche lo stesso Zaia sembra essere d’accordo: «è un bravo ragazzo e ha i numeri». Di conseguenza, se la Lega conferma la leadership in Veneto, in Campania e Puglia saranno gli altri due grandi partiti della coalizione di centrodestra a dover esprimere i candidati presidente. E siccome in Puglia tutti gli indizi portano al disimpegno dei meloniani, la candidatura di D’Attis appare ogni giorno che passa sempre più ineluttabile. D’altronde, quando è stato fatto il nome dell’eurodeputato di Fdi, Francesco Ventola, il fiduciario per le questioni politiche regionali del vicecommissario europeo Raffaele Fitto, l’ex sindaco di Canosa ha subito smentito un suo coinvolgimento. Un altro indizio di quanto Fdi non voglia caricarsi una sfida che sta diventando sempre più in salita.