La povertà in Puglia ha assunto i contorni di una vera emergenza sociale. Il numero di persone in stato di grave indigenza è raddoppiato rispetto agli anni passati, e a farne le spese sono soprattutto le famiglie. Il problema non riguarda solo l’incapacità di arrivare a fine mese, ma si estende anche alle spese sanitarie e alla condizione abitativa. Lasciano poco spazio a dubbi i dati illustrati ieri nella Casa delle culture di Bari durante il confronto organizzato da Alleanza contro la Povertà Puglia e Anci Puglia. La situazione è aggravata dall’aumento del costo della vita e dalla stagnazione dei salari, elementi che contribuiscono ad amplificare il senso di insicurezza economica diffuso.
La crisi abitativa
Uno degli aspetti più drammatici di questa crisi è la povertà abitativa. Molte famiglie vivono in condizioni di forte disagio, con abitazioni inadeguate e difficoltà a far fronte ai costi dell’affitto. Gli sfratti sono in aumento e i sostegni pubblici spesso non bastano a coprire il fabbisogno crescente. La mancanza di politiche abitative efficaci sta contribuendo ad aggravare il problema. «Da due anni è stato eliminato il fondo affitti, un prezioso contributo che aiutava le famiglie in difficoltà nel pagamento dei canoni di locazione – sottolinea Fiorenza Pascazio, presidente dell’Anci Puglia – Se si toglie la casa a una famiglia, si toglie tutto. L’emergenza abitativa ha raggiunto livelli altissimi, aggravata dai continui tagli del governo ai bilanci comunali, che limitano ulteriormente le risorse destinate alla spesa sociale».
Le disuguaglianze
La Puglia continua a scontare un forte divario con il Nord Italia, sia in termini di sviluppo economico che di accesso ai servizi. Mentre nelle regioni settentrionali si registrano livelli di occupazione più alti e una rete di welfare più efficiente, nella regione le famiglie devono affrontare condizioni di maggiore precarietà. La mancanza di investimenti strutturali e di politiche attive del lavoro adeguate non fa che alimentare il circolo vizioso della povertà, rendendo particolarmente difficile per molte persone uscire da questa condizione. «È necessario – dice Ruggiero Mennea, consigliere delegato al Welfare della Regione Puglia – potenziare fortemente il ruolo del terzo settore. Noi siamo pronti a confrontarci per attivare la co-programmazione e la co-progettazione del nuovo piano triennale delle politiche sociali e chiediamo ai sindaci di efficientare gli ambiti affinché diventino la risposta concreta ai bisogni dei cittadini».
Le donne
A subire in maniera particolarmente pesante il peso della crisi sono le donne, che spesso si trovano in condizioni di lavoro più precarie e meno remunerative rispetto agli uomini. Il divario di genere si manifesta anche nella difficoltà di conciliare lavoro e famiglia, nella maggiore incidenza della povertà femminile e nelle opportunità di carriera limitate. Il problema si inserisce in un contesto già critico, in cui la disparità di accesso a risorse economiche e servizi amplifica ulteriormente le difficoltà per le donne pugliesi.