Alla moda ultra fast, i vestiti usa e getta generalmente prodotti in Cina a basso costo ma con pesanti impatti ambientali e sociali, la Puglia risponde riscoprendo l’antica filiera della canapa per realizzare con fibre naturali e materie prime ecologiche capi di qualità, destinati a durare nel tempo. È l’obiettivo della start up You’re Up, società benefit di Verdiana Toma, sustainability manager e rappresentante di quarta generazione di Toma Italian Brands.
A commerciare tessuti iniziarono i bisnonni, sarti, poi trent’anni fa zio e papà, Salvatore Toma l’attuale presidente di Confindustria a Taranto, hanno fondato l’azienda di famiglia, che si occupa di creare, produrre e distribuire abbigliamento da uomo Made in Italy con marchi di proprietà o in licenza.
La sfida
«Ci troviamo di fronte a un cambiamento epocale ed era ora», dice Verdiana Toma. «Il settore tessile-abbigliamento è uno dei più impattanti in termini ambientali e sociali. Ci sono storie raccapriccianti legate a produzioni senza regole, dove vengono impiegati perfino bambini. Quei prodotti, venduti a basso costo online sono destinati a durare poco e ben presto diventano un rifiuto che viaggia per il pianeta, facendo ulteriori danni».
Durante il Covid è nata l’idea di difendere il Made in Italy valorizzando quelle antiche abilità artigiane locali che col tempo sono quasi scomparse, ma che raccontano una storia legata al territorio, dando identità e valore al prodotto. Il mercato offre tantissime soluzioni. Si possono realizzare capi di abbigliamento con tessuti naturali di fibre che derivano da scarti di altre industrie, polvere di marmo, funghi, agrumi. «Abbiamo scelto di creare una capsule collection genderless col marchio HavanaEco partendo dalla canapa. Noi li trattiamo con processi sostenibili, tinture artigianali derivate da piante del territorio, stampe serigrafiche che usano inchiostri naturali», dice Toma.
La filiera
«Con la mia start up stiamo cercando di ricreare la filiera tessile della canapa, che nel nostro territorio ha una storia antica. Nel secondo dopoguerra era definito l’oro verde di Puglia, poi è stata abbandonata nonostante sia, tra le fibre naturali, una delle più versatili e meno impattanti. Della canapa non si butta via nulla, genera pochissimo scarto, è una pianta che si rigenera e cattura anche la CO2», racconta Toma.
«La sfida è trasformare un progetto artigianale in industriale su larga scala. Per ora siamo alla fase di test. Non è facile perché la filiera ha diversi passaggi: dalla coltivazione nel campo, alla prima lavorazione di estrazione della fibra, poi si passa ad ulteriore lavorazione perché sia filata e poi tessuta. L’idea è salvaguardare l’ambiente e creare un hub che restituisca valore sul territorio». Il progetto di You’re Up è stato presentato da Verdiana Toma il 23 ottobre scorso al Venice Sustainable Fashion Forum incontrando il favore dei rappresentanti europei del settore, che guardano al futuro cercando soluzioni praticabili per arginare l’impatto ambientale e sociale con coltivazioni rigenerative e fibre innovative.