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Puglia, in Regione niente intesa sullo Statuto ma rispunta il consigliere supplente

No alla riduzione del numero dei consiglieri regionali da 50 a 40, sì al resto delle riforme elettorali. È il contenuto della bozza di accordo spuntata nelle ultime ore in maggioranza in Regione Puglia. Pd, Azione, Con e Per la Puglia, stanno limando l’intesa in vista del vertice di maggioranza fissato per domani alle 10:…
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No alla riduzione del numero dei consiglieri regionali da 50 a 40, sì al resto delle riforme elettorali. È il contenuto della bozza di accordo spuntata nelle ultime ore in maggioranza in Regione Puglia. Pd, Azione, Con e Per la Puglia, stanno limando l’intesa in vista del vertice di maggioranza fissato per domani alle 10: un incontro in cui il centrosinistra blinderà le posizioni per poi portarle all’attenzione delle minoranze nell’ambito della conferenza dei capigruppo.

La legge anti-sindaci

Peraltro su uno dei punti dell’accordo ci sarebbe l’appoggio del centrodestra: si tratta della ribattezzata norma “anti-sindaci” che impone ai primi cittadini, che intendono candidarsi alle prossime regionali, di dimettersi sei mesi prima. Ora si punta a ridurre i tempi da sei a due mesi, superando la proposta di Fratelli d’Italia che ne chiedeva tre. In questo caso i sindaci in odore di candidatura dovrebbero dimettersi entro la fine di agosto. Altro capitolo in via di definizione è quello relativo alla modifica della norma sulla parità di genere, approvata ma senza sanzioni per le liste che non rispettano la proporzione umo donna 60-40%. Il punto da concordare riguarda l’esclusione dei partiti inadempienti. Ma su questo è allo studio una multa meno dura che potrebbe star bene a tutti.

Il supplente

Torna in auge, invece, l’ipotesi del consigliere supplente. La figura, già introdotta da altre sette Regioni, consentirebbe l’ingresso in Consiglio ai primi dei non eletti in luogo dei membri dell’aula nominati in Giunta. In questo caso si arriverebbe ad un massimo di otto new-entry nel Consiglio per un costo stimato di circa tre milioni di euro in più per gli stipendi. E proprio sulle spese aggiuntive si sta arrivando a una definizione che porti l’uscita a saldo zero.

Il nodo-Statuto

Diverso il discorso per la correzione dello Statuto e il taglio dei seggi in aula da 50 a 40 per via del calo della popolazione residente. Su questo punto non c’è accordo. Il governatore Michele Emiliano ritiene che prevalga la legge nazionale, i partiti che sia lo Statuto a valere considerando che la Puglia s’è già adeguata alla riduzione degli eletti nel 2012 cancellando anche vitalizi e Tfm. Possibile, dunque, che Emiliano indica le elezioni per 40 consiglieri, mentre nello Statuto continuerebbero a esserne previsti 50 (salvo l’intervento del Parlamento nazionale). Da ultimo si sta ragionando anche sull’ipotesi di ritoccare la soglia di sbarramento con un altro metodo di calcolo.

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