Sul fronte dell’occupazione nell’ambito dei lavori sostenibili, la strada che la Puglia deve percorrere per adeguarsi al resto del Paese è ancora lunga. Secondo i dati emersi nel rapporto “Greenitaly 2022”, in riferimento al tacco dello stivale, vengono evidenziate alcune criticità.
Nel 2021 la Puglia è stata, infatti, la penultima regione italiana per quanto riguarda la percentuale di occupati “green” sul totale degli occupati (il 10.6%), davanti soltanto alla Sicilia (che registra un 9.6%), anche se il risultato è abbastanza in linea con la media dell’intero Mezzogiorno (11%). C’è però anche un dato positivo: la Puglia è la nona regione per numerosità assoluta di contratti relativi a green job attivati. Si distingue in questo senso la provincia di Bari, la settima provincia italiana per numerosità assoluta di contratti relativi ai green job.
Questi tipi di impieghi si rivelano anche maggiormente stabili rispetto ad altri tipi di occupazioni. Il 24,1% del totale dei contratti previsti in entrata in questo ambito è a tempo indeterminato, contro il 13,2% delle professioni non “verdi”.
La performance della Regione evidenzia così che il mercato del lavoro non è ancora in grado di rispondere efficacemente alla domanda di green jobs da parte delle imprese, riscontrando una relativa maggiore difficoltà di reperimento delle nuove competenze rispetto alle altre professioni. Nonché una maggiore esigenza di formare il personale assunto. Infine, la predominanza dei green jobs si afferma in tutte le aree ad alto valore aggiunto; si tratta di un aspetto che trova conferma nel corso degli anni di indagine, per cui si può affermare che i green jobs si configurano come un driver strategico per la crescita e lo sviluppo delle imprese moderne. Le aree maggiormente interessate sono quelle della progettazione, ricerca e sviluppo, logistica, area tecnica, marketing e comunicazione.