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Puglia, lo sport per combattere la povertà educativa: «Una scintilla che accende nuovi sogni»

L'accesso gratuito alle attività motorie e sportive sarà garantito, in Puglia, ai bambini e ai ragazzi tra i 6 e i 21 anni grazie a un nuovo strumento messo in campo dalla Regione per combattere la povertà educativa. L'obiettivo è abbattere le disuguaglianze, prevenire l'abbandono scolastico, promuovere il benessere psico-fisico e accompagnare i giovani nella…
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(Foto AdnKronos)

L’accesso gratuito alle attività motorie e sportive sarà garantito, in Puglia, ai bambini e ai ragazzi tra i 6 e i 21 anni grazie a un nuovo strumento messo in campo dalla Regione per combattere la povertà educativa.

L’obiettivo è abbattere le disuguaglianze, prevenire l’abbandono scolastico, promuovere il benessere psico-fisico e accompagnare i giovani nella costruzione del proprio futuro, attraverso esperienze sportive che favoriscano la socializzazione, il rispetto delle regole, l’inclusione e la fiducia in sé stessi. La dotazione complessiva è di 600mila euro, varrà per il 2025, 2026 e 2027.

Le progettualità potranno riguardare tematiche cruciali per lo sviluppo dei giovani e la prevenzione del disagio come: il contrasto a bullismo e cyberbullismo; la promozione di stili di vita sani e la prevenzione dei disturbi alimentari; l’inclusione sociale di minori con disabilità; l’educazione alla legalità e la lotta alle discriminazioni; il supporto a giovani provenienti da contesti difficili o periferici.

«Questa iniziativa – spiega il consigliere regionale delegato al Welfare Ruggiero Mennea – rappresenta una risposta concreta a una delle sfide più urgenti del nostro tempo: dare voce e strumenti ai giovani che rischiano di restare ai margini. Lo sport può essere la scintilla che accende nuovi sogni, che restituisce fiducia e senso di appartenenza. Un passo avanti per una Puglia che crede nella forza dell’educazione, nella dignità di ogni persona e nel valore della partecipazione».

Per l’assessore regionale alla Sanità e allo Sport, Raffaele Piemontese, «è fondamentale promuovere politiche che partano dai territori e dalle reti che li abitano: scuole, parrocchie, centri culturali, cooperative, associazioni, gruppi informali: tutte energie diffuse che possono rendere lo sport davvero per tutti, accessibile e vicino, capace di attivare percorsi di prevenzione, benessere e inclusione».

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