Puglia, l’agricoltura sociale a sostegno di famiglie e persone fragili: dall’agrinido all’inserimento lavorativo

Dall’agribenessere psicofisico alla pet therapy fino all’agrididattica. Si aprono nuovi scenari in agricoltura. Un nuovo welfare del verde concretamente “sociale”. Attento ai bisogni delle famiglie con la presenza di agrinido per i propri figli e che integra extracomunitari e persone fragili con l’inserimento lavorativo ma anche le persone anziane con gli orti sociali. A scatenare tutto questo sono state prorpio le crisi economiche e sociali degli ultimi anni, determinate dal Covid e dallo scoppio della guerra in Ucraina.

A farlo notare è Coldiretti Puglia, in occasione dell’appuntamento a Lecce con il consorzio Sale della Terra, con cui proseguono gli incontri di formazione territoriali, a cura di Campagna Amica, con educatori e imprenditori agricoli nell’ambito del progetto “Nidi di Comunità”.

«Grazie al contributo dell’impresa sociale “Con i Bambini” si è creata una rete di partner che stanno sviluppando – spiega Coldiretti Puglia – gli agrinido pronti ad accogliere centinaia di bambini per una educazione che parta dal contatto con la natura e sfrutti le opportunità che l’agricoltura offre. Sui territori si sviluppano così collaborazioni tra mondo scolastico, con diverse cooperative sociali operanti nel settore, amministrativo con i comuni interessati e imprenditori agricoli dediti all’agricoltura sociale, con la natura e l’agricoltura che sono maestre per il futuro dei bambini».

Dalla pet theraphy a servizi di benessere psicofisico fino all’agrididattica, con quasi 9 cittadini su 10 (89%) che sognano l’agricolonia per i propri figli con un gradimento in crescita per un servizio fondamentale per le famiglie in un paese come l’Italia dove il 75% dei bambini non ha un posto al nido, l’agricoltura sociale offre sostegno alle famiglie e implementa il rapporto tra chi vive disagi e la comunità svolgendo una funzione straordinaria.

«In Puglia la legge regionale consente di promuovere l’agricoltura sociale che – continua Coldiretti Puglia – diviene formalmente strumento utile anche all’inserimento socio-lavorativo di immigrati e soggetti svantaggiati, disabili e minori in età lavorativa, integrati in progetti di riabilitazione sociale mediante le risorse materiali e immateriali dell’agricoltura, attraverso le opportunità della multifunzionalità e il grande spirito innovativo e di inclusione sociale dimostrato anche dai giovani imprenditori agricoli e dalle donne in agricoltura».

In Puglia sono già state censite 95 aziende agricole che hanno esperienza di accoglienza e di agricoltura sociale e svolgono un ruolo importante nell’ambito della multifunzionalità, accogliendo le fasce più deboli della società nelle aree rurali. Ed è proprio in quelle aree che stanno nascendo esperienze molto diversificate di agricoltura sociale che vanno dal recupero e reinserimento lavorativo di soggetti con problemi di dipendenza all’agricoltura terapeutica, con disabili fisici e psichici di diversa gravità, ma anche il reinserimento sociale e lavorativo di persone emarginate e l’attività agricola volta al miglioramento del benessere e della socialità, come l’agriasilo, ospitalità per gli anziani e orti sociali. In questo contesto, con famiglie che hanno bisogni e problemi sempre più diversificati il nuovo welfare offerto dalle fattorie sociali lungo tutta la penisola rappresenta una boccata di ossigeno per tanti italiani ma anche per il sistema dei servizi pubblici messo sotto pressione.

«Per sostenere i genitori di bambini e ragazzi con disabilità intellettiva e autismo ci sono fattorie che hanno realizzato – spiega Coldiretti regionale –  percorsi di formazione, recupero e apprendimento garantendo opportunità che in molte aree non sarebbe possibile offrire. Ma sono molte anche le aziende che hanno reso possibile un modo diverso, più gratificante e più sicuro di vivere la vecchiaia rispetto al modello delle case di riposo. Gli anziani ospiti degli agriospizi, residenze rurali, passano la giornata all’aria aperta – continua Coldiretti regionale – dedicandosi all’ortoterapia, ai corsi di cucina, ai corsi di ginnastica e rieducazione posturale fino alle escursioni in campagna, in modo da favorire la socializzazione e il mantenimento di una buona condizione psicofisica».

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