In tredici anni, dal 2010 al 2023, l’economia pugliese è cresciuta dello 0,4%, più della media nazionale che si attesta allo 0,2%.
È quanto emerge in uno studio sviluppato da Deloitte Economics relativo a occupazione, innovazione, investimenti, internazionalizzazione e analisi della produttività settoriale.
Dal documento emerge che la Puglia presenta un tasso di occupazione giovanile del 16,5% nella fascia di età 15-24 e del 55,9% nella fascia di età 25-34, superiore alla media del Mezzogiorno che è, rispettivamente, del 13,9% e del 51,2%. Significativa anche la crescita della digitalizzazione delle imprese private (+13,4%) mentre il livello di digitalizzazione dei Comuni è in linea con la media nel resto del Paese.
Il contributo al valore aggiunto della regione al Mezzogiorno è maggiore per i comparti della ricerca sperimentale (più del 70%), del trasporto aereo (55%) e della fabbricazione di mobili (43%). Mentre l’industria alimentare contribuisce con circa il 20%.
La ricerca evidenzia anche che in Puglia gli enti locali si sono dotati di una solida infrastruttura tecnologica e hanno superato la media nazionale e il Mezzogiorno sia per velocità di connessione sia per diffusione dei servizi in cloud computing. La regione, inoltre, si distingue anche per un ritorno sugli investimenti, espresso come rapporto tra valore aggiunto e investimenti sostenuti, superiore alla media nazionale in settori come servizi di alloggio e ristorazione, fornitura di acqua e trattamento dei rifiuti e servizi di informazione e comunicazione.
Quanto alle infrastrutture sul territorio, i porti di Bari e Brindisi si confermano come hub strategici per il commercio internazionale.