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Puglia, in quattro mesi 18 morti sul lavoro: oltre 7.400 le denunce di infortunio

Da gennaio ad aprile di quest'anno, in Puglia, si sono registrate 18 morti sul lavoro. Sono, invece, 7.415 le denunce di infortuni, 6.287 delle quali in mentre si svolgevano mansioni e 1.128 "in itinere". È quanto emerge dall'ultimo report dell'Inail, come riferisce la Uil Puglia, secondo il quale la regione è nona in Italia per…
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Da gennaio ad aprile di quest’anno, in Puglia, si sono registrate 18 morti sul lavoro. Sono, invece, 7.415 le denunce di infortuni, 6.287 delle quali in mentre si svolgevano mansioni e 1.128 “in itinere”.

È quanto emerge dall’ultimo report dell’Inail, come riferisce la Uil Puglia, secondo il quale la regione è nona in Italia per incidenti mortali sul lavoro nel 2025.

«Mentre dalle nostre parti siamo in stato di evidente emergenza, la Regione Puglia è troppo impegnata a tempo pieno in manovre elettorali per affrontarla come meriterebbe», afferma il segretario generale della Uil Puglia, Gianni Ricci.

L’8 marzo del 2024, ricorda, si è svolto l’ultimo incontro durante il quale erano state promesse «misure straordinarie di prevenzione e formazione» ed era stata annunciata «l’istituzione di un tavolo aperto alle associazioni datoriali, ma nonostante le nostre ripetute sollecitazioni tutto è caduto nel dimenticatoio».

Ricci evidenzia che «l’incidenza infortunistica è superiore alla media nazionale» e che «la prevenzione è l’unica arma che abbiamo per azzerare questi numeri».

Il segretario generale della Uil Puglia ribadisce che «le nostre proposte sono chiare e sul tavolo della politica da tempo». L’obiettivo, aggiunge, «è arrivare a zero morti sul lavoro, ma serve un impegno vero e condiviso da parte di tutti che vada oltre gli slogan. Chiediamo l’aumento dei controlli con l’assunzione di nuovi ispettori, l’estromissione dai bandi pubblici delle aziende che non rispettano gli standard di sicurezza e che non applicano i contratti nazionali sottoscritti dai sindacati più rappresentativi, l’istituzione di una procura speciale e del reato di omicidio sul lavoro con pene più severe per chi volontariamente rinuncia alla sicurezza per favorire produzione e profitti».

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