Ricomporre i cocci della maggioranza in vista del prossimo Consiglio regionale, individuare un accordo per le regole del voto e la legge anti-sindaci prima con gli alleati e poi con le minoranze.
Questo l’esito del vertice del Pd presieduto dal capogruppo Paolo Campo e tenuto ieri in video conferenza. Presenti, fra gli altri, gli Debora Ciliento e Donato Pentassuglia, i consiglieri Maurizio Bruno e Enzo Di Gregorio, assente Filippo Caracciolo.
Verso il Consiglio
In vista della seduta dell’11 marzo il Pd ha concordato gli argomenti da esaminare. A partire dalla legge sui pozzi artesiani per passare alla mozione a firma del capogruppo di Per la Puglia, Antonio Tutolo, finalizzata ad affrontare e individuare risposte urgenti alla grave crisi idrica che rischia di colpire pesantemente la provincia di Foggia e il mondo agricolo.
A seguire anche la legge sull’hikikomori, una grave patologia che colpisce gli adolescenti e fa sviluppare loro una sorta di apatia cronica che li porta a rinchiudersi in casa e rifiutare il mondo reale.
La legge elettorale
Il gruppo dem ha poi stabilito un percorso per portare in porto la riforma della legge elettorale: questioni che nei prossimi giorni saranno affrontati con gli alleati di maggioranza, Azione, Con e Per la Puglia, prima di aprire un tavolo di confronto con le minoranze.
Un’operazione non semplice considerando l’ostilità del centrodestra a cambiare le regole in corsa con pochi spiragli possibili, ad esempio l’introduzione della doppia preferenza di genere con l’esclusione delle liste che non rispettano la proporzione 60-40% nella rappresentanza dei due sessi.
Parla De Santis
A margine della riunione il segretario pugliese Domenico De Santis sintetizza i punti fermi del Pd: «La nostra priorità è introdurre la doppia preferenza, ma soprattutto abolire al più presto la norma anti-sindaci considerando l’impugnazione da parte del Governo centrale.
E su questo siamo disponibili anche ad una mediazione riducendo i tempi per le dimissioni anticipate dei sindaci che vogliono candidarsi alle regionali da sei a due mesi». Su un punto, però, il gruppo dem non fa concessioni nonostante le pressioni dei partitini e delle civiche.
«Non siamo disposti – sottolinea il capogruppo Campo – ad abbassare la soglia dal 4 al 2,5%, dobbiamo garantire la governabilità del prossimo Consiglio regionale e per questo riteniamo fondamentale il tema del consigliere supplente (l’ingresso del primo dei non eletti al posto del consigliere nominato assessore, ndr) laddove non andasse in porto la norma nazionale per “sterilizzare” il taglio degli eletti da 50 a 40». «In ogni caso – conclude Campo – su tutte le altre richieste siamo disponibili a ragionare con gli alleati. Ora avvieremo un confronto nel partito sulle riforme».