Beni per un valore complessivo di circa 400mila euro sono stati sequestrati a quattro persone accusate – a vario titolo e in concorso tra loro – di peculato, falso ideologico, ricettazione, riciclaggio, reimpiego di denaro, di beni o utilità di provenienza illecita e autoriciclaggio.
Stando a quanto emerso dalle indagini, condotte dal nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza di Bari, gli indagati avrebbero utilizzato in maniera “anomala” e continua una carta di credito ricaricabile assegnata, per ragioni di ufficio, a un ex dirigente amministrativo (poi deceduto) dell’Agenzia del Turismo Pugliapromozione, Matteo Minchillo. Il sequestro è stato eseguito nei confronti di Laura Minchillo, Vito Mastrorosa, Michele Minchillo e Sandra Garau.
Il denaro pubblico, stando a quanto accertato dagli inquirenti, sarebbe stato utilizzato – con la presunta complicità dell’allora responsabile dell’Ufficio pagamenti – per ricaricare una carta di credito e per effettuare prelievi di denaro contante per sostenere spese di «qualsiasi natura», spiegano i finanzieri, tra cui viaggi, acquisto di attrezzature per la ristorazione o il confezionamento degli alimenti per la ditta intestata al figlio dell’ex direttore generale.
Sono 160 i mandati di pagamenti fatti con la carta. Le causali dei pagamenti erano le più varie: da “fondo cassa” a “rimborso“, passando per “premi assicurativi” e “contributi a carico del personale“, nessuna però corrispondeva alle spese sostenute.
I finanzieri segnalano «l’inesistenza di qualsivoglia giustificativo delle spese sostenute e l’assenza, negli archivi informatici dell’Ente, dei necessari riscontri attestanti gli avvenuti pagamenti in conformità ai mandati in argomento». In quattro anni, dal 2017 al 2021, i due dipendenti pubblici avrebbero «sistematicamente distratto denaro di cui avevano il possesso per motivi inerenti al proprio ufficio, appropriandosene per finalità di natura esclusivamente personale?, aggiungono i militari che hanno anche «individuato molteplici trasferimenti di fondi a favore dei familiari» dell’ex dirigente poi deceduto «che nella consapevolezza della provenienza illecita del denaro, avrebbero contribuito a ripulire le somme a loro accreditate, nonché a reimpiegare i beni strumentali acquistati con i soldi pubblici nell’attività di ristorazione».
La Guardia di finanza del comando provinciale di Bari, come disposto dal Tribunale su richiesta della locale Procura della Repubblica, ha eseguito il sequestro nelle province di Bari, Torino, Cremona e Lodi.
Pugliapromozione: «Noi parte lesa. Abbiamo collaborato alle indagini»
«L’attuale dirigenza» di Pugliapromozione «è totalmente estranea» alla vicenda. Lo precisano dall’Agenzia regionale per il Turismo della Puglia. «Nello specifico – si legge in una nota -, in questi anni, la nuova dirigenza ha dato piena e totale collaborazione agli investigatori affinchè potessero condurre gli opportuni approfondimenti e l’acquisizione di eventuali prove».
Nella nota si sottolinea che «quanto accaduto non può e non deve ricadere sull’operato di Pugliapromozione che, da ottobre 2021, con i nuovi vertici ha operato in piena trasparenza e rispetto della fiducia dei cittadini verso la pubblica amministrazione».
Con riferimento alle attività di Pugliapromozione degli anni 2017 – 2021, spiegano ancora dall’Agenzia, «il direttore generale subentrante a quello deceduto (sulle cui attività si sono concentrati gli investigatori) ha attivato da tempo una specifica attività di analisi tecnico contabile (ovvero la cosiddetta due diligence) per gli anni in questione».
In questa vicenda, chiariscono da Pugliapromozione, l’Agenzia «è parte lesa e si costituirà in giudizio per ottenere il risarcimento di tutti i danni cagionati all’Ente».