È destinato a far discutere il nuovo Piano triennale dei servizi per il trasporto pubblico locale su gomma, approvato dalla giunta della Regione Puglia dopo un percorso lungo e complesso di confronto con il Cotrap e con i Comuni pugliesi. Si tratta del documento strategico (cuba circa 2,5 miliardi di euro nel triennio) che ridisegna da cima a fondo l’assetto del trasporto regionale per il triennio 2024-2026, fissando nuovi standard di servizio, percorrenze e costi in vista della gara unica per l’affidamento dei servizi prevista nel 2026. Il piano prevede 106 milioni di chilometri di percorrenze complessive e introduce una delle novità più rilevanti: la nascita di un ambito regionale accanto ai sei ambiti provinciali già esistenti.
L’obiettivo è uniformare il servizio, eliminare sovrapposizioni e rendere più efficiente la gestione delle tratte. Contestualmente vengono aggiornati i servizi minimi e i costi standard, per un sistema più razionale, sostenibile e integrato. La Regione punta a un modello di mobilità più moderno, capace di connettere meglio le diverse modalità di trasporto. In questa direzione va la valorizzazione dell’aspetto turistico e intermodale, con il potenziamento dei collegamenti verso stazioni ferroviarie, porti e aeroporti e l’introduzione del BRT – Bus Rapid Transit, la cosiddetta metropolitana leggera destinata a Bari e Taranto.Ma sull’approvazione del piano non mancano le tensioni. I sindacati parlano di un vero e proprio blitz in piena campagna elettorale, denunciando la mancata concertazione con le parti sociali, i datori di lavoro e gli enti territoriali.
Secondo le organizzazioni dei lavoratori, la Giunta avrebbe accelerato l’adozione del provvedimento senza il necessario confronto sul futuro occupazionale e industriale del settore. Il precedente piano era già stato al centro di uno scontro istituzionale: la Provincia di Foggia aveva presentato ricorso al TAR per carenza di risorse e tagli alle percorrenze, segnalando un disavanzo stimato in oltre 100 milioni di euro rispetto al piano precedente.
Una situazione che, secondo gli enti locali e i gestori, avrebbe potuto determinare pesanti ripercussioni sui servizi e rischi di licenziamenti tra gli autisti e il personale delle aziende di trasporto. Il nuovo piano prova dunque a correggere quelle criticità, ma resta nel mirino di chi teme un processo calato dall’alto e troppo vicino al voto regionale. Per la Puglia, intanto, si apre una nuova stagione nella gestione del trasporto pubblico su gomma: più efficiente e moderno, ma non senza ombre e interrogativi sul percorso scelto per arrivarci.










