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Puglia, frena la crescita: «Troppa la disparità tra le province»

L’economia pugliese continua a rallentare. Dopo il biennio 2022-2023, nel corso del quale si è registrata una forte crescita post-pandemica, il 2024 si è contraddistinto per la flessione progressiva dei principali indicatori economici. È quanto emerge dal report annuale dell’Osservatorio economico Aforisma, presentato ieri mattina, nella sede della scuola di management che fa parte del…

L’economia pugliese continua a rallentare. Dopo il biennio 2022-2023, nel corso del quale si è registrata una forte crescita post-pandemica, il 2024 si è contraddistinto per la flessione progressiva dei principali indicatori economici.

È quanto emerge dal report annuale dell’Osservatorio economico Aforisma, presentato ieri mattina, nella sede della scuola di management che fa parte del circuito Asfor. All’interno del documento, viene fornito sia un bilancio dell’anno appena trascorso che le linee di tendenza per il 2025.

Frutto di un lungo lavoro di analisi e di approfondimento su dati regionali e nazionali, la pubblicazione è stata illustrata da Andrea Salvati, direttore dell’Osservatorio e da Davide Stasi, responsabile degli studi. Al dibattito hanno partecipato, tra gli altri, l’ex sottosegretario alla programmazione economica di Mario Draghi Bruno Tabacci e la presidente di Aforisma school of future Elisabetta Salvati.

Il contesto economico

La Puglia si conferma una regione dinamica, ma la crescita è disomogenea e settoriale: alcuni comparti seguono l’andamento già ampiamente previsto nel precedente report diffuso circa un anno fa; altri, invece, arrancano.

Sul fronte della natalità e mortalità delle imprese, la regione è passata da 331 mila a 325 mila aziende, con un calo dell’1,6%, il secondo peggior dato d’Italia, rispetto a una media del Mezzogiorno dello 0,8%. Peggio della Puglia si registrano solo i cali di Abruzzo, Marche e Umbria.

Più in generale, il Mezzogiorno non sembra ancora pronto a compiere quel salto di qualità che possa avvicinarlo al livello di competitività e produttività che potrebbe) raggiungere.

Le imprese, restano ancora di piccole dimensioni, l’aumento dei risparmi e il calo dei prestiti, assieme a redditi troppo bassi confermano che la regione procede ancora troppo lentamente.

I divari

Anche in questa occasione Aforisma rimarca l’annosa questione del ritardo delle infrastrutture e del divario tra le varie zone del Belpaese, evidenziando che, in taluni casi, questa situazione di grande disparità è stata determinata dalla scarsa capacità delle classi dirigenti di individuare le vere priorità da affrontare.

L’anno che verrà

Sulle previsioni per l’anno appena iniziato, il 2025 dovrebbe vedere il settore edile in calo benché ancora sostenuto dagli investimenti pubblici come il Pnrr, mentre continuerà la crisi della manifattura e del piccolo commercio, sempre più schiacciato dalle grandi piattaforme digitali.

Riguardo alla bilancia commerciale con l’estero, le importazioni potrebbero ancora diminuire a causa del calo della domanda interna, mentre le esportazioni dovrebbe ridimensionarsi in seguito al ritorno del protezionismo statunitense, ma non solo. Il calo dei prestiti e la crescita dei risparmi e dei depositi bancari dovrebbero procedere seguendo l’attuale tendenza, ormai consolidatasi.

I trend economici risentono sempre di più dei trend demografici. La dinamica pugliese è negativa ed è come se vedesse scomparire, ancora una volta, una piccola cittadina come Polignano a Mare, Tricase, Sava o Carovigno.

Ma quel che più preoccupa è l’inarrestabile invecchiamento della popolazione che impatta fortemente sulle prospettive dell’economia.

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