Una cosa è certa: nel centrodestra nessuno vuole immolarsi come Enrico Toti per le prossime elezioni regionali. Il leggendario combattente che durante la battaglia sull’Isonzo (1916) rimase in una trincea sguarnita e continuò a combattere fino alla morte. Masticato e digerito a priori, senza nemmeno combattere, il convincimento della sconfitta, si percorrono adesso altre strade, puntando sul piazzamento dei seggi in Consiglio.
Ecco allora che, in questa logica, la scelta del candidato presidente, potrebbe propendere per un parlamentare che, una volta eletto in Consiglio regionale, opterà per tornare a Roma, liberando un posto ad un primo dei non eletti. Dunque, le fughe in avanti dei civici che si propongono come candidati governatori rischiano di restare snobbate.
I seggi si diceva. Spostato l’obiettivo su questo punto è lì che si lavora. Il ragionamento è più o meno questo: fatte le debite proporzioni e, mettiamo per ipotesi che il risultato elettorale porti ad un 60 a 40 per il centrosinistra, Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega prenderanno almeno un consigliere e non avendo civiche d’appoggio per scelta (a meno di liste civetta deboli che non supereranno il 4 per cento) i resti saranno alti e determineranno la possibilità che scatti almeno un altro seggio nelle varie circoscrizioni.
A chi andrà questo seggio? E’ prevedibile che vada a Fratelli d’Italia che farà il pieno a destra. E c’è da dire che le forze più organizzate nei territori per quel partito sono legate al vicepresidente della Commissione europea, Raffaele Fitto. Sappiamo che, nell’attuale ruolo istituzionale europeo, l’ex presidente della Regione di centrodestra non può far politica attiva.
Ma chi potrebbe impedire ai suoi uomini di candidarsi, dal momento che sono campioni di consensi? Di qui le schermaglie con il sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato, che recentemente aveva tentato qualche intemerata nel Salento per rafforzare la sua presenza sul territorio e provare ad affiliare esponenti tiravoti rientrati a casa. A conti fatti, l’area fittiana potrebbe arrivare facilmente a contare almeno dieci consiglieri ad urne chiuse. Che, uniti a quelli che l’area Emiliano riuscirà a far eleggere, potrebbero davvero mettere in crisi il futuro governo Decaro su alcuni fondamentali snodi. L.S.