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Puglia, delusione e rabbia per i docenti idonei: si torna alla casella di partenza

La delusione è tanta, la rabbia in egual misura, se non ancora di più. In un comunicato che ha presto fatto il giro sui social, dove gli idonei del concorso ordinario 2023-2024, meglio conosciuto come concorso Pnrr, palesano la loro situazione per «il mancato riconoscimento dell’abilitazione che costituisce una ulteriore beffa».

Scrivono i “delusi” «com’è possibile che una commissione d’esame ci abbia ritenuti idonei all’insegnamento e che ora ci ritroviamo costretti a rifare le stesse identiche prove in un secondo concorso, ugualmente strutturato sia nella forma che nei contenuti? Cosa dobbiamo dimostrare ancora? Qual è la logica di tutto questo?». E intanto protesta anche la Flc-Cgil.

Un sopruso

Sarebbero 854 i posti per la Puglia che il Ministero dell’istruzione si appresta a bandire con il concorso “’Pnrr-bis”. I docenti coinvolti loro malgrado dalle nuove procedure ministeriali parlano di una vera e propria dittatura dei concorsi. «Il tentativo ci sembra chiaro ed evidente: fare concorsi per sostituire i precari storici con nuovi insegnanti che non hanno mai lavorato dentro la scuola pubblica». Insomma, più concorsi e più precari che vanno a casa. «È una macelleria sociale a cui è necessario opporsi».

«Il problema è che c’è gente che ancora pensa che il concorso farsa sia l’unica strada da percorrere per ottenere il ruolo», afferma Serena C. «Ogni anno ci costringono a lavorare e a studiare contemporaneamente, ci fanno spendere soldi per le abilitazioni e poi riservano i posti ad altre categorie», sottolinea Annalisa F. più sarcastica angelica che afferma «e i sindacati guadagnano con i ricorsi e corsi di enti accreditati». Più diretto un altro commento «Il business del precariato è un losco giro legalizzato che vale miliardi di euro».

Le altre questioni

I candidati idonei delusi fanno poi riferimento anche a un ulteriore boccone amaro che riguarda la riserva del servizio civile universale. «Da quest’anno nelle graduatorie dei concorsi pubblici» scrivono i docenti idonei ma senza ruolo «chi ha svolto il servizio civile universale beneficia di una riserva di posti pari al 15 per cento».

Nulla contro il servizio civile che resta «una esperienza lodevole e di grande valore sociale» ma «l’inserimento di una corsia preferenziale per chi ha partecipato nei concorsi per l’insegnamento è di dubbia legittimità. Cosa ha a che fare il servizio civile con la capacità di insegnare?».

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