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Puglia, Consorzio di bonifica in stallo: tra debiti da sanare e sindacati all’attacco

Battono cassa i sindacati al Consorzio di bonifica unico di Puglia. Fai Cisl e Flai Cgil hanno inviato una diffida formale al commissario straordinario, Francesco Ferraro, per chiedere l’immediata applicazione del rinnovo contrattuale, firmato a livello nazionale, e la riqualificazione del personale. In ballo ci sono gli aumenti di stipendio (circa 50 euro mensili lordi),…
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Battono cassa i sindacati al Consorzio di bonifica unico di Puglia. Fai Cisl e Flai Cgil hanno inviato una diffida formale al commissario straordinario, Francesco Ferraro, per chiedere l’immediata applicazione del rinnovo contrattuale, firmato a livello nazionale, e la riqualificazione del personale. In ballo ci sono gli aumenti di stipendio (circa 50 euro mensili lordi), pari al 3 per cento da luglio 2025 e a un ulteriore 2 per cento dal prossimo gennaio, oltre a benefit e arretrati da riconoscere a circa 400 dipendenti. Una richiesta che, fino a questo momento, non ha trovato risposta. Ferraro, direttore generale dell’Arif e oggi chiamato a gestire l’ente, è alle prese con la complessa riforma del consorzio e con un debito da oltre 150 milioni di euro da spalmare in 25 anni.

Una montagna di criticità, aggravata da un quadro di assunzioni e inquadramenti contestati dai sindacati. Le organizzazioni dei lavoratori insistono sul rispetto del Contratto collettivo nazionale, chiedendo l’adeguamento dei parametri retributivi e il riconoscimento delle mansioni effettive per gli operai Otd, in particolare gli operatori di mezzi meccanici. Secondo i sindacati, gli addetti hanno completato percorsi di tirocinio e formazione che li qualificano a tutti gli effetti come escavatoristi, e per questo chiedono di passare dalla vecchia classificazione a livelli superiori.

Ma non è tutto. Restano irrisolti i nodi legati a 55 unità vincitrici di concorso, ora ridotte a 35 per rinuncia, mai inquadrate, ad eccezione di quattro geometri assunti su Lecce e una decina di assunzioni effettuate con il contagocce. Il braccio di ferro si inserisce in una fase già delicata per il Consorzio unico, nato per razionalizzare i precedenti enti territoriali e ridurre sprechi e inefficienze. Obiettivo che, almeno finora, appare lontano. Mentre i conti restano in rosso, la vertenza sindacale rischia di aprire un nuovo fronte di tensione. Il commissario Ferraro, stretto tra la necessità di mettere ordine nei bilanci e le pressioni delle parti sociali, dovrà ora scegliere se dare seguito alle rivendicazioni o rinviare ancora, con il rischio di un autunno caldo sul fronte sindacale.

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