Puglia, boom di case abusive sulla costa. I Comuni? Fingono di non vedere

Dilaga l’abusivismo edilizio in Puglia con punte preoccupanti nelle province di Brindisi e Lecce, in particolare per la proliferazione di ville illegali a ridosso del litorale. Un fenomeno quasi incontrastabile così come emerge dal rapporto regionale sull’abusivismo relativo all’anno 2022 redatto dal Dipartimento Ambiente, Paesaggio e Qualità urbana, sezione Urbanistica, Abusivismo ed Usi civici. Un report di 25 pagine che accende i riflettori sulle costruzioni abusive – ville, case, edifici, interi opifici per non parlare di tettoie e pensiline o ampliamenti di cubature – che spuntano come funghi spesso in zone vincolate o naturalistiche in un clima di quasi totale omertà. Non è un caso che meno della metà dei Comuni pugliesi si preoccupa di inviare ogni anno la relazione richiesta sulle segnalazioni di opere abusive presenti sul territorio. Solo il 49% degli enti, infatti, risponde alla richieste e c’è persino da stare allegri considerando che nel 2019 si raggiungeva appena il 6% dei 257 Comuni pugliesi.
Tornando agli abusi edilizi nel 2022 la maglia nera per le denunce spetta alla provincia di Brindisi che ha soppiantato Lecce.

Sono, infatti, ben 397 le segnalazioni di opere illegali nel Brindisino, il territorio più martoriato, con un incremento da brividi del 297%, e 200 gli abbattimenti richiesti schizzati del 316% rispetto all’anno precedente. Ben 186 casi hanno riguardato il comune di Ostuni, in particolare in zone sottoposte a vincolo paesaggistico, 115 nella città di Brindisi, 36 su Fasano, 15 a Ceglie Messapica, otto a Mesagne. Più contenuto l’aumento in provincia di Foggia con il 53% di abusivi in più, 121 in totale (erano 79 nel 2021) di cui 21 a Manfredonia, 20 a San Giovanni Rotondo, 16 a testa per San Severo e Foggia, otto a Peschici e cinque per ciascuno a Cerignola e Vieste. Non a caso le istanze di demolizione sono lievitate del 175%. Nella Bat, invece, si registra una lieve flessione degli abusi pari al 17%. In totale sono state 82 le segnalazioni con 31 ordinanze di demolizione emesse: 39 su Barletta, 18 ad Andria, otto a Bisceglie, sette a Trinitapoli. Non così in provincia di Bari dove si registra un aumento record di abusi edilizi pari al 73%. In totale 221 pratiche con 182 abbattimenti o sospensione lavori delle quali 62 su Bari, 20 a Putignano, 15 a testa su Altamura e Modugno, 11 a Capurso, 10 per ciascuno a Gravina in Puglia e Noicattaro.

Su Taranto le denunce sono più che raddoppiate passando da 75 a 151, la metà delle quali nella sola città di Taranto, 10 a Manduria, nove a Castellaneta, 8 a Ginosa e 7 su Maruggio. In calo, invece, le ordinanze di demolizione che scendono da 80 a 73, sette in meno dello scorso anno. Infine il Salento dove le pratiche di abusi sono state 200 in tutto, un dato rilevante anche se in calo del 7% rispetto al 2021. 31 i manufatti pirata scoperti a Gallipoli, 27 a Nardò, 22 a Lecce, 17 a Castrignano del Capo, 16 a Copertino. Il tutto a fronte di 130 ordinanze di demolizione o sospensione lavori. Discorso a parte meriterebbero poi le pratiche di condono che raggiungono punte stratosferiche. In base ad un dato parziale elaborato dagli uffici regionali sull’8% del territorio pugliese sono state depositate quasi 12mila richieste in sanatoria, alcune delle quali in zone di tutela paesaggistica, alcune in corso, altre da istruire. Un dato da far tremare i polsi se unito al flop degli abbattimenti, spesso impossibilitati per l’assenza di fondi da parte dei comuni, così come denuncia Legambiente. In particolare in 16 anni dal 2004 al 20202sono state eseguite solo il 32% delle demolizioni ordinate, 71 su 1.790.

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