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Regione Puglia, legge “anti-sindaci” e nomine allontanano la candidatura di Decaro

L’ex sindaco Antonio Decaro ha mal digerito la mancata cancellazione della legge anti-sindaci in Consiglio regionale. L’ennesima «pagliacciata», avrebbe raccontato ai suoi fedelissimi, che alla fine ha lasciato intatta la norma che complica la candidatura dei primi cittadini alle prossime regionali obbligandoli a dimettersi sei mesi prima della fine del mandato.

La riforma affossata

Come valutare il doppio voto segreto che ha affossato l’emendamento del centrodestra, che prevedeva la riduzione del termine per le dimissioni da 180 a 45 giorni, o la cancellazione della norma proposta dal consigliere di maggioranza Antonio Tutolo? Non certo come un segnale di pace, visti i tanti sindaci in procinto di scendere in campo con Decaro. Né come un incentivo per favorire l’annuncio della sua candidatura. A guardar bene si tratta di un inatteso “colpo basso” aggravato dal fatto che è partito dal fuoco amico degli alleati di centrosinistra che a ottobre dovrebbero sostenere Decaro in campagna elettorale. Da qui il disappunto dell’attuale presidente della Commissione europea, partito ieri per Bruxelles per riprendere la sua attività istituzionale.

La sanità

Al momento, dunque, l’annuncio della candidatura di Decaro alla presidenza della Puglia sembra un po’ più lontano. Le condizioni per sciogliere la riserva, infatti, restano proibitive, quasi inaccettabili. L’ex sindaco di Bari, infatti, continua a esprimere forti riserve sulle candidature del presidente uscente Michele Emiliano e del predecessore Nichi Vendola. A complicare il quadro gli scenari che vanno delineandosi nella plancia di comando della sanità pugliese. Dopo il siluramento di Tommaso Stallone, ormai ex direttore dell’Ircss “De Bellis” di Castellana Grotte considerato vicino a Decaro, il braccio di ferro s’è spostato sulle cinque aziende sanitarie attualmente commissariate: Bat, Taranto, Riuniti di Foggia, Oncologico di Bari e lo stesso “De Bellis”. In teoria, i commissari Di Matteo, Colacicco, Delle Donne, Pasqualone e Fruscio resteranno in carica fino a settembre, a ridosso del voto regionale. Ma il punto è un altro: la giunta regionale ha già avviato l’iter per scegliere i nuovi direttori generali, ignorando l’appello di Decaro a “congelare” tutto in attesa del voto.

La commissione

Nelle scorse settimane, invece, come se nulla fosse è stata nominata la commissione esaminatrice dei nuovi direttori generali a capo della quale è stato indicato l’avvocato Piero De Nicolo, fedelissimo di Emiliano e numero uno di Arca Puglia Centrale, affiancato da un esponente dell’agenzia nazionale dell’Agenas e da un esperto dell’Istituto superiore di sanità. L’organismo, secondo molti, risponderebbe più alla politica che alle valutazioni tecniche. Un messaggio chiaro, in pratica, con il quale Emiliano sembra voler “blindare” la sanità prima di lasciare l’ufficio presidenziale in autunno. Ma anche una mossa azzardata che, secondo qualcuno, rischia di condizionare ulteriormente l’erede designato, Decaro appunto, sempre più tentato dalla voglia di gettare la spugna e restare nell’Europarlamento dov’è stato “spedito” dagli elettori con oltre 500mila voti non più tardi di un anno fa.

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