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Regionali in Puglia, a rischio l’alleanza tra Pd e Avs: un passo dalla rottura nazionale

Scoppia il caso Avs all’indomani del post con cui Antonio Decaro ha fissato i paletti per la sua candidatura alla presidenza della Regione Puglia. L’ex sindaco di Bari ha chiarito: sì alla corsa, ma a condizione di essere “un presidente libero”, senza condizionamenti dai predecessori Emiliano e Vendola. Un veto, quello su Nichi Vendola candidato…
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Scoppia il caso Avs all’indomani del post con cui Antonio Decaro ha fissato i paletti per la sua candidatura alla presidenza della Regione Puglia.

L’ex sindaco di Bari ha chiarito: sì alla corsa, ma a condizione di essere “un presidente libero”, senza condizionamenti dai predecessori Emiliano e Vendola. Un veto, quello su Nichi Vendola candidato consigliere, che ha fatto infuriare i vertici di Alleanza Verdi e Sinistra.

Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, nel commentare l’accordo in Calabria sul candidato del M5S Pasquale Tridico (schierato a capo di una maxi-coalizione di 12 liste), non hanno mancato di lanciare la stoccata: “Una coalizione vincente non può essere il risultato di un rapporto duale tra Pd e Cinque Stelle”. Un riferimento diretto alla Puglia e al mancato ascolto delle richieste Avs. Poco dopo l’avvertimento è diventato una minaccia: “Se Decaro continuerà a rifiutare Vendola, Avs uscirà dal tavolo nazionale delle trattative”.

Uno schiaffo che rischia di far saltare il banco non solo per le regionali pugliesi, ma anche in vista delle politiche del 2027. Per questo, ieri, si sono attivati i pontieri: dal Pd ai Cinque Stelle, fino a Italia Viva e Azione, tutti al lavoro per ricucire lo strappo e rinviare il caso al Tavolo nazionale di coalizione.

Nel frattempo i Dem si sono presi una pausa di riflessione. Da lunedì il deputato, Francesco Boccia, sarà inviato in pianta stabile in Puglia con l’incarico di trovare una soluzione. Il post di Decaro ha, però, fissato due punti fermi: la sua volontà di candidarsi e, al tempo stesso, la richiesta di farlo senza dover sottostare all’ombra di Emiliano e Vendola.

Una condizione che appare quasi irrealizzabile: difficile immaginare che Pd e Avs possano imporre un divieto di candidatura a due figure simbolo della sinistra pugliese. A complicare la situazione, l’intempestività della sortita di Decaro.

Secondo fonti Dem, avrebbe bruciato una possibile via d’uscita per Emiliano, cui si stava lavorando con un incarico di prestigio lontano da Bari. Un progetto curato dal responsabile organizzativo del Pd, Igor Taruffi, insieme al segretario pugliese Domenico De Santis. E c’è chi, nel Pd, legge nella mossa di Decaro una strategia calcolata: colpendo Vendola metterebbe in difficoltà la segreteria nazionale facendo saltare gli accordi nazionali di coalizione, preparando così il terreno a un’opa politica più ambiziosa. Rinunciare oggi alla Regione per puntare domani alla leadership del centrosinistra.

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