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Problemi dell’agricoltura in Puglia: il sindacato Cobas interroga i candidati presidenti

In vista delle elezioni regionali del 23 e 24 novembre, il comitato dei liberi agricoltori e il sindacato Cobas rivolgono alcune domande ai candidati alla presidenza della Regione. «Il nostro obiettivo è combattere l’astensionismo. La diversità delle posizioni politiche motiva la partecipazione al voto. Per questo vorremmo sapere la posizione dei candidati sui problemi dell’agricoltura», spiega Giuseppe Mancarella, segretario provinciale dei Cobas.

La Xylella

Sul problema della Xylella agricoltori e sindacato chiedono se esiste una relazione dell’Arma dei carabinieri eseguita per conto dell’autorità giudiziaria nella quale risulterebbero responsabilità di amministratori regionali e di organizzazioni professionali, quali responsabili dell’espandersi del fenomeno. «Quale iniziative si intendono assumere per dare certezza di diritto sia a chi è indicato come responsabile e sia al territorio danneggiato? E ancora, considerato che sulla soluzione del problema Xylella abbiamo due tesi contrastanti di tecnici e scienziati, sarebbe auspicabile metterle a confronto così da indicare la soluzione o bisogna continuare nell’inerzia che vede l’espandersi della malattia e il subentro di mega impianti di energia alternativa? Si tratta di capire se alla base di questa malattia delle piante d’ulivo non c’è anche la ragione di una politica comunitaria che in agricoltura ha privilegiato la rendita contro il lavoro. Si pensa di utilizzare i fondi pubblici per lo sviluppo dell’agricoltura avendo attenzione e cura solo verso le grandi aziende o anche verso le piccole e medie imprese agricole?», chiedono gli agricoltori.

I consorzi

Il sindacato Cobas pone interrogativi sui consorzi di bonifica: «Considerati i cambiamenti climatici e le grandi trasformazioni che ha subito il territorio, sono strumenti idonei per la difesa del territorio? Se sì, cosa fare? Continuare nella politica del tamponare con commissari incapaci di conoscere il territorio e risolvere i problemi delle aziende o si pensa di riaffidare, come noi riteniamo, ai coltivatori il governo del territorio? Azzerando la debitoria dovuta al mal governo e alla mancata vigilanza da parte della regione? Vent’anni di commissariamento non trovano alcuna giustificazione. Per quanto ci riguarda si tratta di azzerare il passato fatto di debiti e ridare al territorio strumenti di difesa».

Il caporalato

Per quanto riguarda la piaga del caporalato, agricoltori e sindacato chiedono: «Lo si può combattere davvero senza difendere il reddito delle imprese agricole? Oggi gli agricoltori sono obbligati, per legge, a vendere i propri prodotti con contratti scritti e a prezzi inferiori ai costi di produzione. Non esiste, però, nessuna garanzia in grado di assicurare prezzi che possano coprire i costi di produzione. Quale soluzione per difendere il reddito delle imprese e contemporaneamente lottare contro il caporalato?».

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