Il malcontento si fa largo tra i pugliesi. Dai trasporti alla sanità, dalla disponibilità di spazi per il tempo libero alla fiducia nelle istituzioni, la percezione generale è quella di una regione in affanno. Il quadro che emerge dall’ultima indagine elaborata dall’Istat mostra una Puglia dove i servizi pubblici non riescono più a rispondere ai bisogni delle persone. Un territorio in cui quasi la metà degli abitanti fatica a ritenere adeguata la propria condizione economica, e dove anche relazioni sociali e salute risentono del contesto difficile.
La rilevazione
Non sorprende che oltre il 35% dei cittadini pugliesi scelga frequentemente di spostarsi al Nord per usufruire di servizi ritenuti più efficienti. A questa migrazione “funzionale” si affianca un altro dato significativo: una larga parte della popolazione evita l’utilizzo dei trasporti pubblici regionali, ritenuti inaffidabili, poco puntuali e spesso inadeguati a collegare i centri urbani con le aree interne. Il risultato è un senso diffuso di isolamento e una crescente dipendenza dai mezzi privati, che grava ulteriormente sulle spese familiari e sull’ambiente.
Il lavoro
Una sfiducia che investe anche lo Stato e le istituzioni locali, spesso percepite come distanti e inefficaci. Nel 2024, solo il 51,7% dei residenti nel Mezzogiorno si dichiara soddisfatto della propria situazione economica, quasi 10 punti percentuali in meno rispetto al Nord (61,2%). In Puglia, questa forbice è ancora più significativa se si considera che la percezione di adeguatezza delle risorse familiari è calata del 2,3% in un solo anno. Preoccupante anche il dato relativo a chi cerca lavoro nella regione: meno del 30% è, infatti, soddisfatto della propria condizione economica, un dato che lascia intendere una diffusa precarietà e scarse prospettive occupazionali.
La sanità
Altro punto critico è la sanità. Il 76% degli abitanti del Mezzogiorno si dice soddisfatto del proprio stato di salute, contro l’80,6% del Nord. La Puglia, alle prese con liste d’attesa infinite e ospedali in affanno, rispecchia questa media in negativo. Non va meglio sul fronte del tempo libero: solo il 55% dei residenti pugliesi è soddisfatto in tal senso. Le donne, in particolare, pagano il prezzo più alto, strette tra lavoro e cura familiare, con un calo drastico della soddisfazione per il tempo dedicato a sé stesse. Non a caso, tra le fasce più colpite dall’insoddisfazione ci sono i giovani e le donne.
Tra le ragazze tra i 20 e i 24 anni, la fiducia negli altri crolla di quasi 7 punti percentuali rispetto al 2023. Tra i 35-44enni, in piena età lavorativa e familiare, la soddisfazione economica è scesa dal 59,3% al 53,8%. Il malcontento pugliese non è, tuttavia, isolato, ma si inserisce in una più ampia dinamica tipica del contesto meridionale, dove il divario con il Nord Italia, pur in leggera riduzione dal 2017 a oggi, resta più che evidente.