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Polveri sottili alle stelle, Puglia più lontana dagli obiettivi del 2030: pesano traffico e lavori

La qualità dell’aria in Puglia continua a destare preoccupazione. L’ultimo report “Mal’Aria di città” elaborato da Legambiente offre un quadro dettagliato della situazione, evidenziando come, nel contesto nazionale, la regione sia ancora lontana dai target fissati per il 2030, in linea con le nuove direttive europee. Le problematiche Le polveri sottili continuano a essere una…
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La qualità dell’aria in Puglia continua a destare preoccupazione. L’ultimo report “Mal’Aria di città” elaborato da Legambiente offre un quadro dettagliato della situazione, evidenziando come, nel contesto nazionale, la regione sia ancora lontana dai target fissati per il 2030, in linea con le nuove direttive europee.

Le problematiche

Le polveri sottili continuano a essere una spina nel fianco per la Puglia. Le città capoluogo, monitorate con centraline ufficiali, presentano medie annuali elevate, con Bari, Andria e Taranto tra le aree più critiche. Andria, in particolare, dovrà ridurre le sue concentrazioni del 23% per rispettare i limiti del 2030. Bari, del 12%, Taranto e Foggia seguono a ruota richiedendo interventi mirati per ridurre rispettivamente del 10% e del 9% i livelli attuali.

Le fonti d’inquinamento

Le principali fonti di inquinamento atmosferico in Puglia includono il traffico veicolare, il riscaldamento domestico e le attività industriali. La conferma arriva dall’esame dei dati prodotti dalla centralina di Bari-Cavour, in pieno centro urbano, che ha rilevato una media annuale particolarmente elevata, ben oltre il limite consentito. Si tratta di indicazioni che, tuttavia, vanno interpretate considerando che il traffico urbano e le opere infrastrutturali in corso, come i lavori ferroviari ad Andria, aggravano la situazione.

I rischi per la salute

L’obiettivo, dunque, è quello di scongiurare il rischio che l’inquinamento possa rappresentare un problema non solo ambientale ma anche sanitario. Vivere in città con aria inquinata aumenta, infatti, il rischio di problemi respiratori, malattie cardiovascolari e altre patologie croniche. Secondo il rapporto, l’esposizione della popolazione a livelli dannosi di inquinanti in Puglia è ancora troppo alta, evidenziando come la lotta contro l’inquinamento atmosferico non possa più essere rimandata.

Le priorità

Per questo, tra le priorità proposte ci sono il potenziamento del trasporto pubblico, la creazione di aree pedonali e l’estensione delle piste ciclabili. In un contesto dove la salute pubblica è strettamente legata alla qualità dell’aria, ripensare gli spazi urbani diventa fondamentale. Incentivare la mobilità leggera, riducendo progressivamente la circolazione delle auto più inquinanti, stando al report, è cruciale per trasformare le città in spazi più vivibili e meno soffocanti. Sul fronte del riscaldamento domestico, occorre abbandonare le vecchie caldaie a combustibili fossili, puntando su tecnologie a zero emissioni.

I settori

Anche il settore industriale e quello agricolo devono fare la loro parte, con misure mirate a ridurre l’impatto delle emissioni. Non va, infatti, dimenticato il peso dell’industria e dell’agricoltura sull’inquinamento atmosferico. In una regione come la Puglia, le emissioni del settore industriale, in particolare nella zona di Taranto, richiedono un monitoraggio costante e politiche rigorose per la riduzione delle emissioni. È, insomma, necessario un cambio di passo, che coinvolga i cittadini in un nuovo modello di sviluppo sostenibile.

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