Sarà un conto salatissimo quello che dovranno pagare a Pasqua le famiglie di Puglia e Basilicata. Tra inflazione in rialzo, rincari su alimentari, voli e strutture turistiche, l’atmosfera pasquale sta portando più preoccupazioni che relax.
L’inflazione
Secondo i dati elaborati dall’Istat, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività è aumentato dello 0,3% su febbraio e dell’1,9% rispetto a marzo 2024, in aumento rispetto al +1,6% registrato il mese precedente. Sebbene la stima preliminare parlasse di un +2%, l’inflazione si conferma comunque in crescita costante da sei mesi consecutivi. A pesare sul trend è soprattutto l’andamento delle componenti più volatili, a partire dai beni energetici e dagli alimentari freschi. I beni energetici accelerano su base annua al +2,6% (da +0,6%), mentre gli alimentari non lavorati toccano il +3,3% (da +2,9%). E si fa sentire anche l’aumento per prodotti per la cura della casa e della persona, che passano da un +2,0% a un +2,1%.
Il carrello della spesa, in particolare, non dà tregua: l’incremento in Puglia e Basilicata resta al +1,8%, stabile rispetto a febbraio, ma ben lontano dai livelli di tranquillità auspicati dalle famiglie del Sud. Ad aggravare la situazione, gli aumenti significativi nei prezzi dei prodotti alimentari e delle bevande analcoliche. Già a fine marzo, i listini al dettaglio hanno segnato un +2,5% su base annua, con punte del +3,3% per i beni non lavorati, come frutta e verdura fresca. Un trend che sta proseguendo anche in queste settimane di aprile, incidendo direttamente sulle spese festive.
I prodotti colpiti
Nel mirino dei rincari finiscono proprio i simboli più dolci della Pasqua: uova di cioccolato e colombe, immancabili sulle tavole pugliesi e lucane. La crisi delle materie prime, unita all’impennata delle quotazioni di cacao e burro, ha fatto lievitare i costi. Per alcune marche industriali, le uova di Pasqua hanno registrato aumenti fino al +30% rispetto al 2024, con prezzi che hanno raggiunto anche gli 80 euro al chilo nei supermercati.
Non va meglio per la colomba classica, che costa in media il 9% in più rispetto allo scorso anno. Una Pasqua amara, quindi, per chi aveva sperato in un momento di festa a costi contenuti. In particolare, fa discutere il boom dei voli nazionali, che su febbraio segnano un aumento record del +16%, seguiti da quelli europei (+15,3%) e internazionali (+9,9%). Un colpo duro per i tanti pugliesi e lucani che volevano concedersi una vacanza pasquale fuori porta. Ma il caro-prezzi non si ferma ai trasporti.
I servizi ricettivi e di ristorazione sono aumentati in media di 105 euro l’anno, mentre alberghi e motel segnano un +3,2%. In altre parole, una coppia con due figli si ritrova a spendere 687 euro in più all’anno, di cui 228 euro solo per alimentari e bevande, e 249 euro per il carrello della spesa. E così, le famiglie stringono i denti, cercando di tagliare dove possono.