Alla fine, dopo aver perso tutto nel crollo della palazzina di via De Amicis, al quartiere Carrassi di Bari, a pagare anche per la demolizione controllata della parete rimasta ancora in piedi, ma estremamente pericolante, e i danni riportati dallo stabile attiguo, saranno i proprietari di quelle case che non ci sono più. Almeno, fino a quando l’inchiesta della Procura di Bari non accerterà cause e responsabilità del crollo. E fioccheranno le richieste di risarcimento dei danni, in alcuni casi già preannunciate. Per ora potrebbe provvedere il Comune di Bari, ma in danno delle famiglie.
La demolizione
Nei prossimi giorni, infatti, saranno eseguiti con una certa celerità i lavori di demolizione controllata di quella parte, confinante con l’altro stabile, rimasta in piedi e che i vigili del fuoco hanno tenuto sotto controllo per tutto il tempo in cui, dalla sera di mercoledì fino all’indomani, hanno scavato per ritrovare miracolosamente viva la 74enne Rosalia De Giosa. Il team manager del Nucleo Usar di Puglia, che ha guidato l’intervento delle prime 24 ore, aveva destinato uno degli uomini al monitoraggio continuo della stabilità, anche con strumentazioni.
La consulenza
I lavori procederanno sotto la supervisione del super-consulente della Procura di Bari, il professor Antonello Salvatori dell’università dell’Aquila, che in passato si è occupato anche dei crolli successivi ai terremoti dell’Aquila (2009) e di Amatrice (2016), oltre che di quello di una palazzina di via Roma, a Barletta, in cui nel 2011 persero la vita cinque donne.
I resti della palazzina crollata verranno analizzati per esaminare i materiali di costruzione e per individuare i punti di cedimento e collasso. L’analisi sarà eseguita attraverso il campionamento degli elementi strutturali dell’edificio (murature, travi, pilastri), i cui materiali saranno analizzati in laboratorio. Analisi, queste, che andranno di pari passo con le rimozioni delle macerie, dalle quali sarà possibile capire per quali zona prevedere la demolizione controllata.
Il fascicolo d’inchiesta
Intanto gli investigatori della Squadra mobile, coordinati dal dirigente Filippo Portoghese, stanno acquisendo documentazione in tutti gli uffici dove è possibile recuperare atti che riguardano la storia settantenne della palazzina, edificata nei primi anni Cinquanta. Per adesso, il procuratore aggiunto Ciro Angelillis e la pm Silvia Curione indagano per l’ipotesi di crollo colposo, a carico di ignoti. Solo in seguito, una volta espletata la prima fase della consulenza, saranno iscritti i primi nomi.