«Più che una replica, quella della Asl di Lecce è una conferma dei problemi e delle carenze che ho riscontrato nella mia visita ispettiva del 19 luglio scorso all’ospedale di Gallipoli. Una replica che ben poco può smentire della situazione che abbiamo constatato, infarcita di verbi declinati al futuro per quanto riguarda le criticità e i deficit da sanare: faremo, si sta lavorando, è in cantiere, doteremo». In un nota il consigliere regionale Paolo Pagliaro, capogruppo La Puglia Domani.
«Le notizie – continua – ce le danno pazienti, medici, infermieri e oss. Le verifichiamo e documentiamo, come sempre. La neo direttrice del presidio di Gallipoli, arrivata da pochi giorni, ha potuto constatare insieme a noi e ai suoi collaboratori lo stato dei luoghi: mattonelle divelte, soffitti con infiltrazioni, locali indecorosi»
Nel giorno della ispezione, con temperature attorno ai 40 gradi e umidità insostenibile, l’impianto di condizionamento non funzionava. «Un guasto frequente, perché l’impianto è inadeguato, e questo comporta non solo disagi gravi per pazienti e operatori sanitari, ma anche il blocco delle sale operatorie e di alcune macchine».
«Per quanto riguarda il PRONTO SOCCORSO, – continua – inutile insistere sul ritornello che la carenza di personale non è un problema locale o regionale ma nazionale, perché chi amministra ha il dovere di trovare soluzioni e non giustificazioni. Non è accettabile che non venga assicurata la presenza di oss che assistano i pazienti nell’assunzione dei pasti. Superfluo anche rimarcare l’abnegazione di tutto il personale in servizio, visto che l’abbiamo fatto noi per primi, riconoscendo uno sforzo eroico che va ben oltre il dovere e gli orari da cartellino».
«Riguardo le carenze strumentali evidenziate, «la Asl parla al futuro e al condizionale, di apparecchi in arrivo e di stanze singole con bagno per pazienti critici da allestire. Speriamo di poter constatare l’avvenuta realizzazione di tutto questo in sede di audizione in Commissione Sanità del Consiglio regionale (che ci auguriamo venga convocata nel più breve tempo possibile), quando chiederemo riscontro puntuale al nostro report».
«Intanto, abbiamo ancora negli occhi scene disumane da accampamento militare, senza privacy. Abbiamo raccolto la testimonianza di un anziano paziente allettato in pronto soccorso da tre giorni e tre notti in attesa di ricovero, con pannolone e catetere da cambiare e gli indumenti ammucchiati in un bustone, finché finalmente è stato trasferito al reparto di medicina dove è stato consentito alla figlia di entrare, dietro nostra insistenza».
«Per CARDIOLOGIA la Asl annuncia nei prossimi giorni la consegna di un ecografo di ultima generazione. Verificheremo anche questo in audizione. Quanto al numero di apparecchi (come i registratori holter cardiaci) disponibili, non siamo noi ad inventarli ma prendiamo nota di quanto ci viene segnalato dal personale in servizio.
Il reparto di MEDICINA ricorda un girone infernale, fatiscente e in rovina. C’è un solo bagno – lo ribadiamo – a servizio di 16 utenti».
«Prendiamo atto dei numeri che la Asl snocciola sulla efficienza e professionalità dei reparti, come quello di ORTOPEDIA E TRAUMATOLOGIA, ma ripetiamo che non sono mai state messe in dubbio ed anzi elogiate nel nostro report. Ciò non toglie che si potrebbe lavorare molto meglio con rinforzi di personale che non costringano a turni massacranti, con apparecchi più moderni e performanti, con la riorganizzazione di ambienti angusti, trasandati e inadeguati».
«All’unità di PATOLOGIA CLINICA la stessa Asl, nella sua replica, conferma le criticità legate a spazi, gestione delle piattaforme analitiche e informatiche, e ancora una volta batte sul tasto del grande impegno degli operatori per rispondere alle esigenze assistenziali dell’utenza. Lo ribadiamo: l’abnegazione del personale non è in discussione, ma non è sostenibile uno stress lavorativo così faticoso e prolungato. La salute e il benessere dei lavoratori della sanità, così come quelli dei pazienti, vanno garantiti».
«Apprendiamo con sollievo che a NEFROLOGIA E DIALISI si sta lavorando per la realizzazione di un nuovo Centro dialisi per sopperire alle carenze e al surplus di impegno richiesto agli operatori in servizio. Chiederemo un cronoprogramma preciso in audizione».
«Quanto all’unità di ONCOLOGIA MEDICA, al di là dei servizi e dei numeri elencati dalla Asl, ribadiamo che il personale è in affanno e che andrebbero quantomeno raddoppiati i 12 posti letto disponibili, come previsto da un piano rimasto sulla carta. C’è penuria di carrelli per le terapie e l’igiene, le tapparelle sono rotte e le finestre non si aprono. Letti e materassi sono vecchi e malandati, tanto da aver causato la caduta di alcuni pazienti».
«Ad OSTETRICIA E GINECOLOGIA la Asl evidenzia un numero di parti in linea con i requisiti nazionali sui punti nascita e un numero di isteroscopie molto più alto della media (nonostante manchino il colposcopio e il lettino per l’isteroscopia) e parla di camere di degenza confortevoli. Noi obiettiamo, sulla base di quanto abbiamo visto con i nostri occhi, che il nido è allocato in spazi angusti e senza finestre. Così come sottolineiamo la necessità di almeno altre tre incubatrici e di una seconda culla termica, e di una sala dedicata ai cesarei accanto a quella travaglio, per evitare corse affannate fino in sala operatoria, istante e difficile da raggiungere».
«Per CHIRUGIA GENERALE la Asl conferma l’operatività ridotta a soli due giorni a settimana per gli interventi programmati. Questo – lo ribadiamo – è inaccettabile per un ospedale di primo livello, dove si dovrebbe operare almeno cinque giorni su sette. Su questa e su molte altre criticità che abbiamo messo nero su bianco nel nostro report, avremo modo di confrontarci in Commissione Sanità per prendere atto di eventuali interventi risolutori adottati nel frattempo e per mettere a fuoco tutti i servizi erogati nel presidio di Gallipoli, la cui classificazione di ospedale di primo livello è al momento solo sulla carta. Contiamo sulla operatività della nuova direttrice, la dottoressa Patrizia Barone, che si è mostrata collaborativa e molto attenta, e determinata a sanare situazioni incancrenite da lunga incuria».
«La Asl fa l’elenco delle prestazioni che vengono erogate all’ospedale di Gallipoli, come è regolare che sia, ma il nostro intento è accendere un faro di attenzione su quello che non funziona o funziona male, su quello che manca e dovrebbe esserci, e che evidentemente sfugge a chi ha responsabilità manageriali e politiche per la gestione della sanità pubblica, visto che poco o nulla è stato fatto finora per porvi rimedio. Noi, intanto, proseguiamo con le nostre ispezioni nelle strutture sanitarie della Asl con l’intento di rilevare disservizi e carenze e pungolare a colmare le tante lacune riscontrate».