Salta l’accordo per la restituzione dell’ex ospedale Covid dalla Regione Puglia alla società Nuova Fiera del Levante. Dopo aver raggiunto un faticoso compromesso nei mesi scorsi adesso tutto torna in discussione con la giunta regionale costretta a prendere tempo, esattamente un mese e mezzo più rispetto al termine prefissato con decorrenza dal 3 dicembre.
Il disaccordo
Pomo della discordia le proposte per il riutilizzo degli spazi concessi al centro per le maxi-emergenze chiuso dopo la fine della pandemia. I tecnici dell’assessorato alla salute e l’agenzia regionale Asset avevano chiesto di non smantellare le aree mediche, peraltro attrezzate, gli impianti e lo scheletro della struttura al fine di evitare le spese di smontaggio di circa quattro milioni di euro. Nelle stesse aree si punta a ricavare spazi permanenti per la sanità, ma anche aree dedicate al settore biomedicale e alle altre branche della medicina.
La delibera approvata in giunta la scorsa settimana parla di attività di formazione, seminari, conferenze e convegni collegati alle iniziative delle scuole di medicina per i corsi di specializzazione, gli aggiornamenti professionali e le prove pratiche sulle apparecchiature sanitarie. Nel secondo ambito, invece, laboratori di ricerca e incubatori di startup tecnologico. Ad esempio con la novità del Cadaver lab, dove studiare il corpo umano direttamente sulle salme. A ciò si aggiunge il laboratorio di intelligenza artificiale in sanità per screening e diagnostica, il Centro unico di trasferimento tecnologico in sanità, da ultimo l’innovazione sanitaria nella riabilitazione.
Le proposte
Il management della Nuova Fiera del Levante ha chiesto tempo per esaminare le proposte. Intanto a breve sarà riconsegnato il padiglione Spazio 7 in fase di ristrutturazione per avviare un centro congressi da 1.500 posti, il più grosso in assoluto in Puglia sul quale la nuova fiera vuole investire circa 300mila euro.