Ombrelloni chiusi per due ore ma colazione offerta ai propri clienti. Succede negli stabilimenti balneari pugliesi che hanno aderito allo sciopero dei lidi.
«Noi amiamo i nostri clienti e il nostro lavoro è dedicato a loro. Oggi chiunque sia venuto nei nostri lidi durante lo sciopero ha capito perché è stato chiamato “gentile”: sono state offerte brioche o fette condite con pomodoro, olio, sale e origano. La Puglia e l’Italia vincono per questo: perché noi abbiamo una marcia in più», afferma Antonio Capacchione, presidente del Sib, sindacato nazionale dei balneari e di quelli pugliesi.
Una chiusura di due ore, «di cui i clienti neppure si sono accorti perché il disagio è stato inesistente», ribadisce Capacchione, per protestare contro il governo che sarebbe pronto a indire le gare per il rinnovo delle concessioni demaniali.
L’adesione in Puglia si attesta sui livelli nazionali e oscilla tra il 70 e l’80%, «ma ci sono state località come Otranto, Margherita di Savoia, Lizzano, Manfredonia, Brindisi in cui l’adesione è stata totale», sottolinea Capacchione evidenziando che lo sciopero «è stata la più grande mobilitazione dei balneari della storia perché è andata oltre le nostre aspettative. Basta con la rappresentazione folcloristica dei balneari che non lavorano e guadagnano un sacco di soldi: noi siamo in spiaggia dalle 5 del mattino per garantire tutti i servizi ai clienti. Quello che il governo intende fare è un danno per noi, per l’Italia e anche per l’Europa perché molti dei nostri clienti arrivano da Paesi comunitari e ci scelgono per quello che siamo e offriamo», conclude.