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Olio, negli Stati Uniti domanda ancora alta: «Ma l’Europa tuteli la concorrenza»

«No alle guerre commerciali, sì al buon senso e al negoziato». Lasciano poco spazio a dubbi le parole di Riccardo Cassetta, industriale oleario di quarta generazione di Olio Levante e vice presidente nazionale di Federalimentare. L’introduzione dei dazi da parte degli Stati Uniti ha sollevato preoccupazioni in diversi settori dell’export pugliese.

Tuttavia, per quanto riguarda l’olio extravergine d’oliva, Cassetta invita alla calma: «Non c’è motivo di allarmarsi» dice, sottolineando come il mercato statunitense sia fortemente dipendente dall’importazione di olio d’oliva. Negli Usa, infatti, la produzione interna è di sole 25mila tonnellate annue, mentre il consumo supera le 300mila tonnellate. Di conseguenza, un aumento dei dazi su questo prodotto rischierebbe di colpire più i consumatori americani che i produttori europei.

Il settore

Stando ai dati di settore, il 90% dell’olio extravergine d’oliva importato dagli Stati Uniti proviene da miscele di oli comunitari, mentre solo il 10% è composto da olio extravergine italiano puro. Negli ultimi mesi, il prezzo delle miscele comunitarie è crollato da 9 a circa 4,50 euro al litro, un calo che potrebbe assorbire in gran parte l’impatto dei nuovi dazi, rendendo meno probabile un calo della domanda.

«In sostanza, i consumatori americani continueranno a comprare olio extravergine d’oliva, perché non possono farne a meno – spiega Cassetta – e anche con l’applicazione dei dazi, per gli americani i costi sarebbero comunque meno impattanti di quanto si possa pensare». Di fronte a questa situazione, Cassetta avverte contro il rischio di rispondere con misure protezionistiche.

Il vertice

Intanto, ieri, una riunione a Palazzo Chigi, a cui ha partecipato il presidente di Federalimentare, Paolo Mascarino, ha confermato che il dialogo con le autorità statunitensi è già in corso e sta portando a risultati positivi. La posizione del settore oleario sul tema è chiara: mantenere aperto il canale diplomatico, senza farsi prendere dal panico e prendere decisioni affrettate.

«L’Europa, da parte sua – ribadisce Cassetta – dovrà impegnarsi per tutelare il mercato unico e garantire un contesto di concorrenza leale». La Puglia, principale regione produttrice di olio extravergine d’oliva in Italia, osserva con attenzione l’evoluzione della situazione, insomma, ma senza timori.

La rassicurazione

L’export continua senza particolari difficoltà e la domanda americana per l’olio italiano resta forte. «I nostri prodotti sono di alta qualità, sicuri e richiesti. Non possiamo fare altro che continuare a garantire eccellenza e lasciare che il mercato faccia il suo corso», conclude Cassetta. Con un approccio razionale e una strategia di dialogo, il settore dell’olio extravergine pugliese sembra pronto ad affrontare anche questa nuova sfida commerciale, senza perdere di vista il proprio ruolo chiave nell’alimentazione globale.

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