Spettacolo insolito nei cieli del Sud Italia nei giorni scorsi: una gigantesca nube di sabbia proveniente dal Sahara ha avvolto Sicilia, Calabria e Puglia, tingendo il cielo di giallo.
Il fenomeno, immortalato dai satelliti del programma Copernicus dell’Agenzia spaziale europea (Esa), è stato causato da un ciclone nordafricano che ha trasportato la polvere desertica attraverso il Mediterraneo.
Nonostante l’impatto visivo, si tratta di un evento tutt’altro che raro per la nostra penisola, particolarmente esposta alle tempeste di sabbia sahariana a causa della sua vicinanza al continente africano. Ogni anno, milioni di tonnellate di polvere vengono sollevate dal deserto e trasportate dai venti, raggiungendo talvolta anche l’Amazzonia.
Un toccasana per la fertilità del suolo
Al di là dell’aspetto scenografico, la sabbia sahariana svolge un ruolo importante per l’ecosistema. La polvere, infatti, è ricca di fosforo, un elemento fondamentale per lo sviluppo delle piante. Il suo deposito al suolo contribuisce quindi a fertilizzare il terreno, apportando nutrienti preziosi per l’agricoltura e la crescita della vegetazione.
Il fenomeno, monitorato costantemente da Copernicus, permette di studiare la qualità dell’aria a livello globale e di valutare la concentrazione e la dispersione degli inquinanti atmosferici. Grazie a queste informazioni, è possibile adottare misure per proteggere le aree colpite e prevenire eventuali rischi per la salute.
Un evento naturale da non sottovalutare
Pur essendo un fenomeno naturale, le tempeste di sabbia sahariana possono avere conseguenze sulla qualità dell’aria e sulla salute delle persone, soprattutto per chi soffre di problemi respiratori. È quindi importante monitorare attentamente questi eventi e adottare misure di protezione individuale in caso di concentrazioni elevate di polvere nell’aria.