A 40 anni Francesco Montanari si prepara a dire sì. Il 14 giugno l’attore romano sposerà Federica Sorino, psicologa, in una cerimonia intima nel cuore della Puglia, regione che custodisce le radici familiari della futura sposa. La scelta della Masseria Mozzone, vicino Fasano, tra gli ulivi e i muretti a secco della campagna brindisina, è un segnale chiaro: più che stupire, i due desiderano condividere un momento autentico, essenziale, che parli davvero di loro.
Una proposta semplice
La proposta è avvenuta in casa, in piena estate, senza sorprese spettacolari o cornici da social. Solo una domanda – “Tu che programmi hai per i prossimi cinquant’anni?” – pronunciata in modo naturale, come si fa quando due persone si conoscono davvero. È questo lo spirito che anima anche il loro progetto di vita: niente fuochi d’artificio, solo la voglia di esserci, ogni giorno. Una scelta che, nella sua semplicità, rivela maturità, consapevolezza, profondità. Montanari non crede più nell’amore come passione furiosa, travolgente, instabile. Ora lo vede come una costruzione quotidiana, fatta di piccoli gesti, presenza, cura. Lontano dai modelli idealizzati e adolescenziali che spesso il cinema o la letteratura propongono, l’amore vero – quello che funziona – richiede volontà, ascolto, equilibrio.
Un limite che diventa forza
Un tempo convinto che la sofferenza fosse una condizione necessaria alla creazione artistica, Montanari ha imparato a rivedere quel paradigma. Non c’è bisogno di vivere nel tormento per essere credibili, né di portare il dolore sempre con sé. Separare l’artista dall’uomo, il lavoro dalla vita privata, è stato per lui un passaggio fondamentale. Oggi ha imparato a riconoscere i segnali del corpo, a concedersi leggerezza, a non alimentare quella fatica interiore che, troppo spesso, viene scambiata per profondità. Questo percorso lo ha condotto anche a una diversa concezione della mascolinità. Cresciuto – come molti – in una cultura che tendeva ad associare l’uomo all’infallibilità, alla forza silenziosa, alla durezza emotiva, ha dovuto fare i conti con i propri limiti, le proprie insicurezze, le proprie ferite. E ha capito che mostrarle non rende debole, ma semmai lo rende più vero.
Una mascolinità nuova
La figura dell’uomo forte, impermeabile, risolutivo, oggi vacilla sotto il peso delle sue stesse aspettative. Montanari, ora in streaming nella serie Netflix Uomini veri, è uno di quegli uomini che hanno scelto di rimettere in discussione l’archetipo. Il padre, il compagno, l’attore: in ognuno di questi ruoli porta con sé il desiderio di autenticità, non più la necessità di performare un ideale inarrivabile. La mascolinità che propone è altra: include l’ascolto, l’empatia, la fragilità. Non ha paura del dubbio, non teme il fallimento, non si nasconde dietro la recita dell’eroe. Sa stare nelle contraddizioni. Un nuovo modello, non gridato ma praticato, che lascia spazio alla tenerezza, alla cura, alla reciprocità. Una mascolinità che si può permettere di amare senza possedere, di proteggere senza dominare, di crollare senza sentirsi meno uomo.
Tra passato e presente
La maturità di questo nuovo sguardo nasce anche dall’esperienza di un amore finito: Montanari è stato sposato con Andrea Delogu dal 2016 al 2020, un legame importante che ha contribuito a plasmare la sua crescita personale e affettiva. Oggi, con Federica, sceglie di vivere una relazione diversa, più consapevole e libera, senza rincorrere ideali, ma ancorato al rispetto reciproco.
Tra set, teatro e scrittura
In parallelo, l’attore continua a muoversi tra cinema, teatro e televisione. È in tournée con Storia di un cinghiale, Il medico dei maiali e L’uomo più crudele del mondo. È nel cast della nuova stagione di Call My Agent. Ha girato un film a Trapani. Ed è tra i protagonisti, come detto, della serie Maschi veri. Sta inoltre lavorando alla scrittura del suo primo film da regista, altro passo di un’evoluzione artistica che cammina di pari passo con quella personale. In questo momento della sua vita, l’attore romano sembra aver trovato un equilibrio tra chi è e chi vuole diventare. E se il matrimonio è una promessa, il suo racconto è già testimonianza di una trasformazione più ampia, più intima, che riguarda non solo lui ma un’intera generazione di uomini in cerca di nuove parole per dirsi.