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Consiglio regionale Puglia, De Santis fa il “pontiere” per evitare sorprese su norme elettorali

S’ingarbuglia la matassa legata alla ribattezza legge anti-sindaci. Un testo approvato a scrutinio segreto durante la sessione di bilancio a dicembre grazie ad una maggioranza trasversale per poi essere impugnato dal governo centrale e rinviato alla Corte Costituzionale. E proprio ieri la Consulta ha fissato al prossimo nove luglio l’udienza per valutare la legittimità costituzionale…

S’ingarbuglia la matassa legata alla ribattezza legge anti-sindaci. Un testo approvato a scrutinio segreto durante la sessione di bilancio a dicembre grazie ad una maggioranza trasversale per poi essere impugnato dal governo centrale e rinviato alla Corte Costituzionale. E proprio ieri la Consulta ha fissato al prossimo nove luglio l’udienza per valutare la legittimità costituzionale delle dimissioni anticipate di sei mesi per i sindaci che vogliono candidarsi alle regionali. Una norma liberticida ed anti democratica l’ha definita l’Anci Puglia, il sindacato dei sindaci, preoccupato per la lesione dell’elettorato attivo dei primi cittadini. In realtà in attesa del vaglio della Suprema Corte il consiglio regionale avrebbe potuto cancellare l’obbrobrio giuridico ristabilendo i termini attuali della questione con dimissioni un mese prima della candidatura così come stabilito nella legge elettorale.

L’accelerazione

E invece l’assenza di numeri e le tensioni interne hanno prodotto il nulla. Il nulla fino all’uscita dell’assessore al bilancio Fabiano Amati che l’altro giorno ha depositato una pdl per abrogare il comma anti Decaro, così come qualcuno lo ha rinominato. Un’iniziativa intempestiva per il segretario Pd Domenico De Santis, considerando che il consigliere dem Francesco Paolicelli, decariano, aveva già pronto un’altra proposta che andava nella stessa direzione di quella di Amati. Da qui la «preoccupazione per l’accelerata di Amati», espressa dal segretario De Santis, «per giunta senza alcun accordo con la coalizione e con il segretario del gruppo consiliare, Azione, a cui è iscritto Amati, ovvero Ruggiero Mennea, commissario regionale del partito di Calenda. Un incidente politico che ha invelenito il clima nel centrosinistra considerando che la norma sulla doppia preferenza – a cui si dovrebbe legare la cancellazione del comma anti sindaci – è stata approvata all’unanimità in commissione con l’accordo a non presentare emendamenti su altri aspetti della legge elettorale», ha evidenziato De Santis.

Gli accordi

«Il Pd e la maggioranza è pronta ad onorare l’accordo bipartisan raggiunto in commissione regionale rispedendo al mittente modifiche che mettano a repentaglio l’approvazione della legge, chi li propone se ne assumerebbe la responsabilità davanti ai pugliesi». De Santis ha anche sentito il segretario regionale di Azione, Ruggiero Mennea, al quale ha chiesto di verificare la compattezza del suo gruppo affinché si rispetti l’accordo sul divieto di emendamenti. Tanto che lo stesso De Santis per cancellare o ridurre l’effetto della norma anti-sindaci è pronto a intervenire su altre leggi che si discuteranno.

Apprezzamento, invece, per la posizione di Fdi e del suo capogruppo Renato Perrini, che ha proposto una pdl per ridurre da sei a tre mesi il termine per presentare le dimissioni in capo ai primi cittadini. Da ultimo la questione 50-40, la riduzione degli eletti in Puglia legata al calo della popolazione sotto i 4 milioni di abitanti. Fallito l’emendamento riparatore dell’onorevole Mauro D’Attis, per mancanza di copertura, il centrodestra romano ci riproverà con un disegno di legge ad hoc. «I tempi ci sono, possiamo approvarlo in due o al massimo tre mesi», assicura il senatore di Fi Dario Damiani, dopo aver ritirato l’emendamento salva-Puglia. Di fatto si seguirà un iter legislativo differente e per questo il provvedimento è stato già presentato in commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama. «Non importa come viene proposto l’intervento – ha aggiunto Damiani – ma è importante andare a modificare norme datate e riordinare le modifiche al Testo unico degli enti locali. I tempi ci sono anche in virtù dell’ampia con divisione da parte delle forze politiche. Il presidente della Commissione ci ha assicurato celerità nell’iter».

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