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Nomine, via all’era della “legge Laricchia”: si comincia con Puglia Sviluppo

Addio alle nomine clientelari e alle scelte che privilegiano i soliti amici degli amici alla Regione Puglia. Da ieri, infatti, ha trovato applicazione per la prima volta la ribattezzata legge Laricchia, dal nome della proponente che è la consigliera dissidente del Movimento Cinque Stelle. Una nuova era, insomma, in cui il Consiglio regionale entrerà a piedi uniti nella scelta dei candidati da eleggere in agenzie, società partecipate, enti e organismi regionali. La rivoluzione copernicana limiterà di molto i poteri discrezionali del governatore Michele Emiliano e, soprattutto, del suo probabile successore Antonio Decaro. La norma riguarderà in tutto circa 8mila incarichi da assegnare nel corso del mandato.

La Commissione

Ieri, dunque, la Commissione regionale Lavoro è partita per la prima volta con l’attuazione della legge Laricchia applicata alla società Puglia Sviluppo con il primo avviso pilota. Sono stati esaminati i 26 curriculum pervenuti per tre posti in palio nel collegio sindacale della società, una sorta di salvadanaio regionale che distribuisce aiuti e finanziamenti regionali al sistema delle imprese. Ognuno dei tre componenti percepirà uno stipendio lordo di circa 30mila euro l’anno. I commissari hanno visionato a porte chiuse, per questione di privacy, profili e competenze dei candidati ed effettuato una prima scrematura dei nomi, anche se non sono mancate difficoltà interpretative e operative nell’attuazione del disegno di legge sulle nomine.

Pro e contro

Che succederà quando la macchina entrerà a regime per tutte le nomine, dalla più importante nei cda di enti come Acquedotto Pugliese, fino all’ultima delle Asp, gli ex istituti di beneficenza? Certamente i tempi si allungheranno, c’è il rischio di un collo di bottiglia nelle designazioni probabilmente a scapito di velocità ed efficienza. Dall’altro, però, sarà garantito un percorso trasparente nelle scelte con la possibilità di accogliere nel procedimento il parere di sindacati, associazioni di categoria, portatori di interesse. Per i partiti e la politica una scomoda “zavorra” che impedirà di utilizzare i cosiddetti strapuntini di sottogoverno per risolvere crisi politiche o curare curare mal di pancia e delusi.

Parla Laricchia

«Sono soddisfatta – ha commentato la consigliera Laricchia – Da oggi non avremo più un solo uomo al comando (Emiliano, ndr), ma un percorso partecipato indirizzato a premiare il merito e le competenze, ma soprattutto a rendere le nomine regionali più trasparenti». L’operazione andrà avanti con le nomine di Aqp e quelle relative ad alcuni organismi minori dove risultano incarichi in proroga da oltre sette anni o, il caso delle Asp, di amministrazioni fuori controllo che non rispondono a nessuno.

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