Come il Titanic nell’oceano. Così la confederazione Cobas del lavoro privato descrive la «drammatica situazione» della Natuzzi Spa. Il 31 ottobre, spiega il sindacato, scadrà la cassa integrazione per gli stabilimenti di Jesce 1 e 2, La Martella e Laterza, e, secondo il sindacato, «non si intravedono possibilità per evitarne la proroga».
Il 3 ottobre l’azienda ha chiesto al Ministero del Lavoro di convocare le parti per accedere a nuovi ammortizzatori ai sensi della Legge 113/2025, includendo anche Graviscella e la sede di Santeramo in Colle, ma – sostiene il sindacato di base – «il Ministero tace».
Cobas accusa inoltre il Ministero delle Imprese e del Made in Italy di non aver riunito la Cabina di regia sulla vertenza, nonostante «quasi 1.800 lavoratori coinvolti» e le difficoltà legate ai dazi statunitensi. Il sindacato segnala «gravi ritardi nel pagamento delle retribuzioni» e propone a Natuzzi di emettere obbligazioni aziendali per reperire liquidità e garantire gli stipendi. «I lavoratori – afferma Cobas – si sentono come i passeggeri del Titanic mentre la nave mostra le sue pendenze».
Nel frattempo, Feneal Uil, Filca Cisl, Fillea Cgil, Uiltucs, Fisascat Cisl e Filcams Cgil hanno proclamato lo stato di agitazione in tutti i siti del gruppo, denunciando il mancato rilancio delle produzioni e il continuo ricorso agli ammortizzatori sociali.
