Categorie
Attualità Puglia

Monsignor Santoro: «Per me papa Francesco era una persona di famiglia» – L’INTERVISTA

«Per me papa Francesco era una persona di famiglia. Andrò a Roma con la devozione e l’affetto che si devono a un padre e fratello nell’episcopato»: monsignor Filippo Santoro, arcivescovo emerito di Taranto, risponde mentre è in viaggio verso piazza San Pietro, dove sabato concelebrerà il solenne funerale del pontefice.

Eccellenza, che ricordo conserva di papa Francesco?

«Innanzitutto lo ricordo come un uomo di straordinaria sensibilità. L’elezione al soglio pontificio non ha fatto altro che accentuare la sua cordialità, la sua capacità di dialogo e di ascolto, la sua tendenza a mettere l’interlocutore a proprio agio e, soprattutto, l’attenzione ai problemi delle persone. Ha saputo unire il contenuto della fede alla vicinanza ai poveri».

Lei è stato missionario in Sud America per 28 anni: è lì che conobbe Bergoglio?

«Lo conobbi nel 1996 a Buenos Aires, dove era vescovo ausiliare. Fummo impegnati nella conferenza dei vescovi latino-americani ad Aparecida e lavorammo al documento che poi sarebbe stato alla base dell’esortazione apostolica “Evangeli Gaudium”. Un giorno, quando io ero alle prese con i preparativi perla mia ordinazione episcopale, notando il mio impegno per le questioni che stavamo affrontando mi disse: “Filippo, si vede che vuoi bene all’America latina”».

E poi?

«Poi, quando ci ritrovammo io nelle vesti di arcivescovo di Taranto e lui in quelle di papa, affrontavamo i problemi ambientali. Lo aggiornavo sulle vicende dell’ex Ilva, ovviamente, e ci confrontavamo sulla necessità di fermare la devastazione ambientale e, nello stesso tempo, di fare in modo che migliaia di persone rimanessero senza lavoro».

Si va verso un nuovo conclave e la Chiesa sembra spaccata tra conservatori e progressisti: si riuscirà a trovare una sintesi?

«In ogni conclave si ripropone questo dilemma: seguire le orme del papa defunto o fare passi nuovi? A mio modo di vedere bisogna conservare la lezione di papa Francesco e, nello stesso tempo, affrontare le questioni ancora aperte».

Come si fa?

«Bisogna mettersi in ascolto dello Spirito per trovare una persona che continui a far fiorire la fede e la speranza. Con grande attenzione, ovviamente, a temi come pace, custodia del creato, migranti ed emarginati».

Si parla del cardinale pugliese Marcello Semeraro come di un papabile: è l’uomo giusto?

«Non azzardo previsioni. Il prossimo papa non sarà soltanto il successore di Francesco, ma soprattutto di Pietro. Perciò bisogna mettersi in ascolto dello Spirito e vedere come la fede si traduce nelle circostanze del presente».

Lascia un commento Annulla risposta

Exit mobile version