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Minacce a Emiliano, Digos e Postale sulle tracce di un 34enne romano

Ha 34 anni ed è romano l’autore delle minacce rivolte al presidente della Giunta regionale pugliese, Michele Emiliano, sulle quali sono già in corso le indagini degli investigatori della Digos della Questura di Bari. La denuncia A condurre gli inquirenti sulle tracce del 34enne sarebbe stato lo stesso Emiliano che ha consegnato loro gli screenshot…
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Ha 34 anni ed è romano l’autore delle minacce rivolte al presidente della Giunta regionale pugliese, Michele Emiliano, sulle quali sono già in corso le indagini degli investigatori della Digos della Questura di Bari.

La denuncia

A condurre gli inquirenti sulle tracce del 34enne sarebbe stato lo stesso Emiliano che ha consegnato loro gli screenshot dei messaggi minatori ricevuti sul suo profilo Instagram, pochi giorni dopo aver annunciato che la Regione Puglia avrebbe interrotto qualunque rapporto di affari con Israele. Messaggi che sarebbero stati inviati per ben due occasioni.

La prima

Alle ore 19.38 di lunedì 30 maggio, è arrivato il primo messaggio: «In ragione delle iniziative amministrative nell’ambito del ruolo di presidente da me svolto – riassume nella denuncia il Governatore – ho ricevuto sul mio profilo social alcuni messaggi minatori da parte di un utente utilizzatore di un profilo Instagram avente il display name “Roy Naim” e username “Roy.Naim4”, a me sconosciuto. Tali messaggi di cui allego screenshot riportano testualmente le seguenti frasi “Ai nazisti come voi …vi faremo fuori … uno per uno … antisemiti di merda … faremo un casino alla vostra regione di merda”.

“Tu porti solo pericolo al popolo ebraico e porti menzogne su un genocidio che non c’è … Unico genocidio è solo per chi sta e collabora con Hamas”. “Perché non vai a interrompere i rapporti Russia Iran e altri paesi africani che fanno genocidi e altre uccisioni più degli altri? INFAME VERGOGNATI”».

La seconda

Non avendo evidentemente ottenuto alcuna risposta alla provocazione, il 34enne ne ha mandato un’altra: «Alle ore 7.36 del giorno 3 giugno – prosegue la querela – ho ricevuto sempre dallo stesso mittente un ulteriore messaggio in cui mi ha scritto testualmente “Rispondi coglione antisemita che non sei altro”». Ma dagli screenshot, oltre al nickname è evidente anche un altro elemento, e cioè come lui stesso si definisce sul proprio profilo Instagram: “Exibition Designer” e “Creative Director” della pagina internet “@cinefusi”.

Ed è in questa direzione che ora scavano gli inquirenti, affiancati dai tecnici della Polizia postale, che stanno seguendo le tracce lasciate dall’uomo nella rete. Sulla questione il procuratore capo di Bari, Roberto Rossi, ha aperto un fascicolo d’inchiesta.

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