Partirà oggi dalla Puglia il quarto trasferimento di migranti verso l’Albania, nell’ambito dell’accordo tra Roma e Tirana che prevede la gestione dei migranti irregolari in strutture situate oltre Adriatico. Il trasferimento avverrà via nave e interesserà circa 40 persone già trattenute nei Centri di permanenza per il rimpatrio italiani, che hanno ricevuto un decreto di espulsione, sulla base del quale un giudice ha convalidato la permanenza nei centri di detenzione. Con l’approvazione del decreto legge 37/2025, il governo italiano ha trasformato la struttura di Gjader in un Centro per il rimpatrio di migranti in attesa di espulsione.
Il provvedimento
Il provvedimento punta a rendere operative le due strutture albanesi, inaugurate nell’ottobre scorso ma rimaste fino ad ora pressoché vuote, nonostante i lavori infrastrutturali e la presenza di agenti italiani incaricati della sorveglianza. Il trasferimento odierno avverrà sotto l’occhio attento di una delegazione di parlamentari e di rappresentanti del Tavolo Asilo e Immigrazione.
Tra questi vi sarà anche una delegazione delle Acli, guidata da Gianluca Mastrovito, responsabile nazionale per le Politiche dell’immigrazione e dell’accoglienza. Il gruppo avrà il compito di monitorare le modalità dei trasferimenti, verificare i criteri di selezione dei migranti, le condizioni di detenzione e il rispetto dei loro diritti fondamentali, inclusa l’assistenza legale e sanitaria. Le Acli hanno già espresso forti preoccupazioni su possibili violazioni dei diritti umani. «La restrizione dei diritti delle persone migranti è da sempre banco di prova per estendere poi lo stesso approccio ad altre categorie sociali, aumentando fragilità e vulnerabilità – dice Emiliano Manfredonia, presidente nazionale dell’associazione – è necessario contrastare la normalizzazione di queste pratiche e attivare strumenti di mobilitazione su tutti i livelli».