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Liquidazione per i consiglieri regionali pugliesi, Emiliano: «È inaccettabile, escludo che passi»

Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, prova a spegnere le polemiche relative alla reintroduzione del trattamento di fine mandato (Tfm) per i consiglieri regionali di cui si è tornato insistentemente a parlare negli ultimi giorni. «Escludo che possa passare», ha affermato il governatore a margine della presentazione del nuovo marchio della Regione Puglia che…

Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, prova a spegnere le polemiche relative alla reintroduzione del trattamento di fine mandato (Tfm) per i consiglieri regionali di cui si è tornato insistentemente a parlare negli ultimi giorni.

«Escludo che possa passare», ha affermato il governatore a margine della presentazione del nuovo marchio della Regione Puglia che si è tenuta oggi a Bari. «L’istinto suicida del centrosinistra che io ho impedito per 22 anni adesso che sta finendo il mio mandato può darsi che risorga», ha aggiunto, evidenziando che «l’idea di essere stabilmente responsabili al governo di una regione così importante può darsi che dia fastidio al centrosinistra, e così qualcuno sta riproponendo forse con l’accordo di qualcuno di centrodestra una norma inaccettabile».

Emiliano ricorda di aver «sempre detto che è inaccettabile, premesso che ciascuno di noi per fare politica, checché ne dicano i cittadini, subisce nel proprio lavoro danni pesanti, nel senso che molti di noi – ha sottolineato – quando si mettono in aspettativa perdono anzianità, liquidazione. La politica non è un affarone come i cittadini pensano».

Inoltre, ha proseguito il governatore pugliese, «il Tfm è anche vero che c’è in un po’ tutte le regioni. Noi non ce l’abbiamo ma non mi pare che in un momento come questo sia il caso di riaprire questa discussione. Per quanto mi riguarda chiunque dovesse presentare un emendamento sul Tfm io voterò contro».

Emiliano ha poi aggiunto che «in quest’ultimo anno sarà anche difficile distinguerli come collocazione politica [i consiglieri, ndr], perché stanno pensando tutti a se stessi. Non pensano più ai partiti e ai programmi, stanno pensando a come superare un momento difficile che è quello elettorale. Io – ha concluso – mi auguro che il buon senso prevalga e non si dia l’idea che uno fa politica avendo come primario interesse il proprio».

«Cercherò di salvare il centrosinistra dall’autodistruzione»

Emiliano si è poi detto «preoccupato del centrosinistra da sempre, nel senso che il centrosinistra in Puglia, se a un certo punto 20 anni fa non avessimo dato una sterzata, sarebbe stato un centrosinistra che perdeva tutte le partite. Quelli del centrosinistra ogni tanto si dribblano da soli, e adesso ci stanno riprovando visto che è l’ultimo anno di legislatura. Anche questa volta lì salverò, o cercherò di salvarli, da se stessi, dal loro istinto autodistruttivo», ha affermato rispondendo ai cronisti sulle tensioni politiche all’interno della maggioranza che lo sostiene. «È quello che sta succedendo in Parlamento. I parlamentari e i consiglieri arrivano al bilancio e sanno di avere una maggioranza rafforzata che li mette nelle condizioni di dire “preferirei che fosse fatta questa cosa o opera”».

Emiliano ha proseguito affermando che «questa volta si sono sovrapposte altre questioni legate ai conflitti pre-elettorali dei vari gruppi e liste civiche del centrosinistra. Il fatto che non si sa quando si vota, anche: c’è una grande tensione. Io ripeto sono a disposizione del centrosinistra per salvarlo ancora una volta da se stesso». Il governatore pugliese si mette anche «a disposizione del centrodestra, perché anche loro al bilancio hanno delle loro esigenze che normalmente vengono soddisfatte con somme che sono sempre più risicate. La Puglia – ha spiegato il governatore – ha dovuto dare al governo Meloni 60 milioni di contributo alla finanza pubblica, l’anno scorso erano 30 i milioni dati. Se quest’anno avessimo avuto i 30 milioni in più sarebbe stato facile risolvere tutti questi problemi, almeno quelli delle indicazioni dei consiglieri negli emendamenti. Adesso è un po’ più difficile perché il governo – ha concluso – non ha soldi e le casse dello Stato sono allo stremo».

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